La notizia
Il Consorzio intercomunale Civeta di Cupello (Chieti) batte cassa alla Regione Abruzzo e chiede 400 mila metri cubi di “risarcimento” per la volumetria spesa finora per lo smaltimento in discarica di oltre il 50 per cento di rifiuti extra consortili.
La richiesta, inoltrata all’assessore regionale Nicola Campitelli, è formalizzata in una nota a firma del sindaco di Cupello Graziana Di Florio.
Il documento è lo strumento con cui il capogruppo di Forza Italia Mauro Febbo chiede il rinvio, stavolta in Commissione Territorio e ambiente (mentre a fine maggio avvenne in una seduta infuocata del Consiglio regionale), del provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale dedicato alla riprogrammazione regionale delle volumetrie residue delle discariche (Cerratina di Lanciano, Civeta di Vasto e Cogesa di Sulmona) derivanti dalla Delibera di Giunta n.110/8 del 2 luglio 2018.
Nell’istanza, il sindaco di Cupello ricorda che “gli impianti di trattamento del polo consortile di Valle Cena, dall’anno 2015 e ancora a tutt’oggi hanno accolto i rifiuti urbani prodotti in diversi altri comprensori, esterni al perimetro consortile di stretta competenza, sprovvisti di impiantistica dedicata al trattamento”.
“Riporto a titolo esemplificativo, ma non esaustivo – prosegue Di Florio – il dato per cui nel 2020 l’impianto di Valle Cena è stato impegnato per il 48,47% da rifiuti dei comuni consorziati e per oltre il 50% da rifiuti prodotti nel comprensorio lancianese e da altri bacini regionali”. La situazione è cambiata di pochi decimi per il 2021, quando “la percentuale di utilizzo degli impianti da parte dei comuni soci è stata del 48,94% confermandosi l’utilizzo da parte di comprensori esterni per oltre il 50%”.
“Tale scenario – rimarca il sindaco di Cupello – evidenzia un dato assolutamente inequivocabile e, cioè, dimostra che il Consorzio C.I.V.E.T.A. ha impegnato la volumetria utile delle proprie discariche di servizio per lo smaltimento definitivo di scarti prodotti dalla lavorazione di rifiuti provenienti non solo dal proprio comprensorio di competenza, ma anche e soprattutto da altri ambiti territoriali sprovvisti di impianti di trattamento dei rifiuti”.
Ecco perché, conclude Di Florio, “Sarebbe opportuno sottoporre a riesame le valutazioni poste alla base della deliberazione regionale sopra richiamata in modo da renderla maggiormente aderente al reale utilizzo degli impianti di smaltimento finale e alla loro necessità di reintegrazione volumetrica ai fini di garantire l’ultrattività dei relativi impianti di pre-trattamento connessi (TMB-Digestione Anaerobica-Compostaggio-Piattaforma Ecologica Imballaggi, ecc)”.
I numeri
La richiesta del Civeta supera del doppio la disponibilità prevista dalla Delibera di Giunta regionale sulla riprogrammazione delle volumetrie, che destina infatti 473 mila metri cubi alla discarica di Cerratina di Lanciano e circa 200 mila al Civeta e ancor meno al Cogesa, per complessivi 800 mila mc.
Quando sembrava tutto pronto a procedere, la contestazione del territorio vastese provoca, dunque, un nuovo rinvio per la determinazione delle volumetrie residue da suddividere fra le tre discariche ancora attive.
L’impianto di Cerratina si esaurirà in meno di tre anni. I sindaci soci di Ecolan sono compatti sull’ampliamento, che richiede circa tre anni di lavoro tra iter burocratico e realizzazione. Alternative nel breve periodo non esistono o, almeno, nessuno le ha indicate.
Beghe politiche
Sembra che la questione sia finita nel tritacarne delle beghe politiche sui tavoli regionali, tra Forza Italia, Lega e fuoriusciti da quest’ultimo partito.
Manuele Marcovecchio, presidente della commissione Territorio e ambiente a Palazzo Emiciclo, convocherà nuovamente la commissione per ascoltare, su suggerimento del capogruppo di Forza Italia Febbo, le osservazioni dei portatori di interesse del territorio, come Confederazione italiana degli agricoltori e Confindustria, ma anche Legambiente e Wwf, che appena una decina di giorni fa si sono incontrati a Lanciano per un dibattito aperto sul tema.