Devozione mariana al tempo del coronavirus
“L’abbiamo sempre pregata e adesso ancora di più”. Con le lacrime agli occhi i fedeli, devoti alla Madonna dei Miracoli di Casalbordino (Chieti), hanno rinnovato l’appuntamento dell’11 giugno e si sono recati nel santuario a lei dedicato.
Nessuna processione al tempo del Coronavirus, i volti semicoperti dalle mascherine imposte dai decreti governativi ma lo sguardo è quello di chi rivolge le proprie suppliche alla regina del cielo.
“Mi sento rinfrancato”, dice un devoto al termine dell’unica celebrazione eucaristica officiata per la festa, “quando si partecipa con devozione, si cambia, e per te è un’altra vita”.
“La Madonna c’è e c’è anche di più”, dice convinta un’altra fedele dopo la Santa Messa.
Un rito che si ripete dal 1576
La devozione si è sviluppata dopo l’apparizione della Beata Vergine, avvenuta l’11 giugno 1576, ad un contadino anziano del posto, Alessandro Muzio. L’apparizione è descritta in un documento elaborato dal figlio, don Giuseppe Muzio. Il documento è conservato oggi nell’archivio parrocchiale di Pollutri, riporta il sito internet del santuario.
“Il giorno precedente, nel quale ricorreva la solennità della Pentecoste, una terribile tempesta di grandine si era scatenata su tutto il territorio di Casalbordino, devastandone i raccolti. Il giorno successivo, passata la tempesta, Alessandro si recò nel territorio di Casalbordino, precisamente in località Pian del Lago, per constatare le condizioni del campo coltivato a grano che ivi possedeva. Quando arrivò nel punto in cui sorge attualmente il Santuario, mentre recitava il rosario, sentì la campana della chiesa parrocchiale di Casalbordino che annunciava la consacrazione dell’Eucarestia e si inginocchiò in adorazione. Proprio in quel momento, avvolta da una vivissima luce, gli apparve la Madonna. La Vergine parlò all’uomo rimasto in ginocchio ai suoi piedi con la corona del rosario fra le mani. La Madonna indicò nel peccato degli uomini la causa del disastroso temporale del giorno precedente, assicurò il vecchio che il suo campo era stato risparmiato dalla furia della grandine e gli affidò il messaggio per il parroco di Pollutri, affinché predicasse il rispetto del 3° Comandamento: ricordati di santificare la festa. Al termine del messaggio la Madonna scomparve, lasciando asciutto il terreno su cui aveva posato i piedi”.
“Riconosciuta l’autenticità dell’apparizione – prosegue il documento archivistico – fu subito costruita una cappella, verso la quale si susseguirono numerosi pellegrinaggi. Nei paesi del circondario si sviluppò ben presto la devozione verso la Madonna, tanto che già prima del 1614 la piccola cappella rurale venne ampliata conservando l’altare e il muro sul quale era stata affrescata l’immagine della Madonna. Il verificarsi di numerosi avvenimenti straordinari portò ben presto ad invocare la Madonna di Casalbordino quale “Madre SS.ma dei Miracoli” (successivamente “S. Maria dei Miracoli” e poi “Madonna dei Miracoli”); conseguentemente, anche la località dove era apparsa la Vergine, “Pian del Lago”, cambiò denominazione con quella di “Miracoli”. Con il passare degli anni aumentò sempre più la devozione, tanto che i pellegrini affluivano non più solo dall’Abruzzo, ma anche dal vicino Molise”.
L’interruzione a causa della pandemia
Neanche durante il secondo conflitto mondiale i casalesi rinunciarono al giorno di festa, ma la pandemia è stata più forte. Nessuna bancarella nel sagrato, nessuna processione né l’arrivo di pellegrini a piedi o in autobus, nessun assembramento da festa civile.
A memoria d’uomo, “è la prima volta che si vive questo giorno solo con la spiritualità e la devozione nei confronti della Madonna dei Miracoli”, commenta infine il sindaco Filippo Marinucci.