Chiusura a primavera 2018. Alla fine la Honeywell ha comunicato la decisione che 420 dipendenti, oltre a decine di addetti dell’indotto tra logistica, manutenzione e servizi, temevano.
La denuncia di rsu e sindacati Fim, Fiom e Uilm, riportata dalla stampa locale, era più che fondata, a dispetto delle lettere diffuse dalla multinazionale in questi due mesi di presidio permanente e sciopero a oltranza: “Non credete a informazioni e indiscrezione false dei media” scrivevano i dirigenti ai dipendenti chiedendo la ripresa immediata della produzione dei turbocompressori. E invece.
Ieri sera l’incontro del management americano con il ministro Carlo Calenda al Mise ha messo fine a ogni speranza di sopravvivenza al nuovo stabilimento fotocopia della Slovacchia, realizzato con il back up del gioiello atessano, e al gemello francese: mors tua vita mea.
La lunga attesa di 420 dipendenti e delle loro famiglie è terminata nel peggiore dei modi.
Di questa brutta storia resta la grande solidarietà testimoniata da un intero territorio che sin dai primi giorni si è stretto attorno a quanti, col proprio lavoro, hanno fatto dello stabilimento Honeywell di Atessa un modello da imitare e, purtroppo, da esportare altrove.
Oggi pomeriggio l’assemblea ad Atessa, nella sala polifunzionale messa a disposizione dal comune.