Nascondono il volto per la vergogna di aver tradito Gesù: così gli incappucciati sfilano in processione a Lanciano il giovedì santo, dando vita ad uno dei riti più suggestivi della Settimana Santa in Abruzzo. Portano il lutto nel cuore mentre il peso della Croce, di venticinque chili, è affidato al Cireneo: un confratello, di cui solo il Priore conosce l’identità, scelto poche ore prima della sacra rappresentazione mentre tutti sono riuniti in raccoglimento e preghiera davanti al sepolcro.
È un cammino di sofferenza la Processione degli Incappucciati, tornata a far parte dei Riti della Settimana Santa solo di recente, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, quando fu proposta dal Priore Filippo De Rosa ed accolta in modo favorevole dal Consiglio Direttivo, affinché l’uscita notturna della Banda “Fedele Fenaroli” fosse affiancata da una processione di soli Confratelli con le torce: per visitare i Santi Sepolcri nelle chiese lungo il percorso, in cui è esposto il Sacramento a ricordo dell’ultima cena, e, soprattutto, in memoria del doloroso cammino di Gesù mentre era condotto dinanzi al Sinedrio.
Un atto di penitenza che rievoca la sera dell’ultima cena, la sera del tradimento nei confronti del figlio di Dio.
La temperatura mite ha favorito un notevole afflusso di fedeli e di pubblico, anche da fuori città. Fastidioso il chiacchiericcio di fondo di chi osserva la sacra rappresentazione come fosse a uno spettacolo qualunque. La prossima volta, un po’ di rispetto e di convinta partecipazione non guasterebbe.