Parola all’ingegnere strutturale
A reggere tutto il tratto finale di Corso Trento e Trieste, portici ed edifici compresi, è stata la Madonna del Ponte: senza la cattedrale di Lanciano (Chieti) e soprattutto senza il suo basamento del Ponte Diocleziano, “adesso non staremmo qui a parlarne in modo pacato, ma saremmo in una situazione veramente drammatica”. Sono l’ing. Pasquale Di Monte e il geologo Luigi Carabba a fare il punto della situazione dopo l’intervento d’urgenza per riempire con 180 metri cubi di pietrisco la voragine creatasi il 16 agosto scorso, sotto l’edificio noto come Ex Modernissimo.
Oggi “il corso è sicuro”, via libera per i prossimi appuntamenti delle Feste di settembre, dal Dono ai concerti in piazza. Tuttavia, dietro questa risposta a dubbi e timori dei lancianesi, permangono i problemi inerenti la messa in sicurezza della struttura in cui si è creato lo sprofondamento. Il punto, a seguito dei primi interventi d’urgenza, è stato fatto in municipio dal sindaco Mario Pupillo e dall’assessore ai Lavori pubblici Giacinto Verna, assieme ai due tecnici incaricati per la fase dell’emergenza.
Una situazione complessa, hanno spiegato gli esperti, che si è creata nell’arco di tempo di circa un secolo, a seguito di una serie di concause che hanno portato allo “stravolgimento del bacino idrografico” sottolinea il geologo Carabba, con i vari aspetti legati, nel corso dei decenni, allo sviluppo urbanistico. Al Tgmax l’analisi dell’ing. Di Monte.
Terminata la fase di assettamento del pietrisco, sarà realizzata una piastra in cemento armato spessa 40 cm e ampia tra i 10 e i 20 mq, spiega infine l’ingegnere: “Un provvedimento necessario a causa della carenza di fondazione dell’edificio su cui si sta intervenendo”.