Il racconto
All’incrocio tra due stradine interpoderali di località San Iorio è nato l’incendio che ha devastato il vallone tra le contrade di Lanciano (Chieti), Sant’Amato, Madonna del Carmine e Costa di Chieti. Ne è convinto Sebastiano Salvatore, elettricista del posto, indicando al Tgmax il luogo ai piedi del podere di famiglia.
E lo ripete anche ai carabinieri forestali di Torricella Peligna, giunti sul posto, a rogo domato, per raccogliere ogni elemento utile a individuare la mano incendiaria. “Qualcuno ha messo fuoco alle sterpaglie con un accendino”, è l’ipotesi al vaglio degli inquirenti.
Le fiamme si sono sviluppate in un battibaleno e, complice il vento, hanno divorato alberi, vegetazione, uliveti e vigneti in appena 15 minuti. Questo il tempo calcolato dai militari che utilizzano una specifica strumentazione.
Nel racconto di quelle ore concitate, Salvatore si commuove più volte, “ho ancora il magone” dice rivivendo le scene drammatiche delle fiamme “alte fino a 60 metri” che minacciavano la casa paterna.
Domenica mattina, intorno alle 11, era uscito per recarsi in spiaggia quando lo sguardo si è posato in fondo al podere di famiglia: così si è accorto dell’incendio che stava allora cominciando.
All’inizio erano “fiamme piccole”, poi il fuoco è cresciuto e col trattore d’epoca, un cingolato Lamborghini del padre dotato di vanghe, ha cercato di mettere in salvo la casa, tracciando delle linee tagliafuoco intorno alla proprietà. Il resto della famiglia aiutava con il tubo dell’acqua, che alle 3 del pomeriggio però, nel clou dell’emergenza, è improvvisamente terminata.
“Volevo bagnare una maglietta da mettergli in testa, per ripararlo dalle fiamme – racconta la moglie Sonia Pezzetti che ha filmato i video delle scene più drammatiche dal terrazzo -. Allora sono scesa al piano di sotto, dove abbiamo un rubinetto collegato all’autoclave, e ho bagnato anche le mascherine per proteggerci dal fumo”.
Poi l’arrivo dei vigli del fuoco, di canadair e elicotteri, nel frattempo il vento ha cambiato direzione e “ci siamo salvati”, concludono i membri della famiglia con la mamma Annalucia Flamminio che annuisce al racconto del figlio e della nuora.