Il no delle imprese
Non un ampliamento ma un vero e proprio raddoppio, che darà vita di fatto ad una nuova discarica.
Così nella sede di Confindustria, a Mozzagrogna (Chieti), un gruppo di imprenditori che opera nella zona industriale di Cerratina, di Lanciano, definisce l’ipotesi di nuova perimetrazione della discarica consortile, presentata all’ultima assemblea dei sindaci soci dal presidente di Ecolan Massimo Ranieri.
La contestazione viene illustrata tecnicamente, alla folta platea di amministratori locali e cittadini, dall’avvocato marchigiano Leonardo Filippucci, quale esperto di settore.
La decina di aziende che contesta l’iniziativa è guidata da Adelio Cianfrone, titolare dell’albergo Castel di Septe, di Mozzagrogna. Ci sono poi alcune imprese automotive, come Pierburg, Compi, Baomarc, Cam, Icom, e l’industria agroalimentare Cinquina.
Tutti lamentano l’odore pungente che prende la gola: un raddoppio dell’impianto di Cerratina condannerebbe, quindi, le attività alla chiusura o alla delocalizzazione.
“Il territorio è già interessato da un impatto ambientale” dice il consulente legale, con le vecchie discariche di Serre e Semataf. E in merito all’annuncio di Ecolan di voler ampliare la discarica esistente, che ha una autonomia residua minore di 4 anni, commenta: “Non si tratta in realtà di un progetto di ampliamento – spiega l’esperto – qui parliamo di impegnare un’area di 20 ettari limitrofa alla discarica esistente ma su un’area distinta e maggiore di quella attuale. Parlare di ampliamento è fuorviante, qui si sta di fronte ad un nuovo progetto di discarica”.