#ioapro
Marco e Chiara di Ortona (Chieti) hanno scelto il ristorante di Massimiliano Serrapica per il loro banchetto nuziale, a pranzo.
Il ristoratore di Lanciano prosegue nella protesta nazionale del settore #ioapro e rimane aperto. Non lo fermano i controlli del commissariato di polizia né le varie sospensioni di 5 giorni dell’attività.
“Io non chiudo”, ripete al Tgmax nella seconda intervista, “l’ho detto anche a un funzionario della Questura, mi deve arrestare e quando mi arresterà, chiudo”, dice mostrando i polsi.
È ormai diventata una sfida alla legge, che impone le restrizioni anti-Covid ai ristoratori in zona arancione, com’è da una decina di giorni l’Abruzzo: Ruvido non può ospitare avventori nel suo locale, secondo il Dpcm, ma può fare solo asporto. “Mai fatto l’asporto”, dice, “rovina la qualità del cibo”.
Durante i vari blitz, gli agenti hanno preso i nominativi dei presenti. Arriveranno le sanzioni amministrative, ma Serrapica continua ad accogliere clienti anche da fuori regione e a ricevere prenotazioni. “La nostra Costituzione dice che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e che la sovranità appartiene al popolo”, dice il ristoratore citando solo una parte dell’articolo 1 e mostrando vari cartelli affissi all’ingresso del locale sulla disobbedienza civile.
“Voglio dimostrare che in questo Paese c’è ancora gente libera, che lotta per i propri diritti”.