Complessivi 86 anni di carcere
Diciotto anni di reclusione per Alexandru Bogdan Colteanu, 14 anni ciascuno per Marius Adrian Martin, Aurel Ruset e Costantin Turlica, 12 anni per Bogdan Ghiviziu e Ion Cosmin Turlica. Tutti e sei sono accusati di concorso in rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di armi.
Per il fiancheggiatore Gheorghe Jacota, invece, che aiutò il figlio della compagna Ghiviziu nella fuga, la richiesta è di 2 anni.
Condanne esemplari, per complessivi 86 anni: è quanto chiesto dal procuratore capo Mirvana Di Serio, durante la requisitoria nell’udienza al processo per la sanguinosa rapina avvenuta la notte del 23 settembre 2018, nella villa dei coniugi Martelli, a Lanciano (Chieti).
Tribunale presidiato dalle forze dell’ordine e processo svolto a porte chiuse, per la stampa accesso vietato al piano dell’aula di Corte d’assise dove si è svolta l’udienza.
Ritardo per l’avvio dell’udienza
L’udienza si è aperta alle 12.15, dopo circa tre ore di attesa sul previsto, per via di alcuni ritardi dovuti alle traduzioni dal carcere di Campobasso, per Martin, e dal carcere di Pescara, per Ruset.
Visto il ritardo accumulato, entrambi gli imputati nel corso della mattinata hanno rinunciato ad arrivare a Lanciano, sono quindi risultati assenti in aula.
Dopo la requisitoria del pm, il gup Giovanni Nappi ha fissato la prossima udienza per martedì prossimo, 8 ottobre.
Quella notte di terrore e violenza
Fu una notte di terrore per i coniugi Martelli: i banditi pestarono a sangue il medico in pensione, Carlo Martelli, mentre alla moglie Niva Bazzan amputarono l’orecchio destro.
La richiesta più alta avanzata dal pm Di Serio è stata di 18 anni per Colteanu, che materialmente tagliò l’orecchio alla Bazzan.
La notte del 23 settembre 2018, in villa fecero irruzione Colteanu e Martin da una bocca di lupo della taverna. Dopo aver massacrato di botte il dottor Martelli, hanno fatto entrare Costantin Turlica e Ruset che hanno trovato i due coniugi già immobilizzati, legati e imbavagliati, come raccontano nelle confessioni. In particolare, nella sua lunga confessione, Costantin Turlica dichiarò che, una volta entrato, trovò il medico con il volto tumefatto e la moglie con il viso gonfio.
Colteanu è ritenuto dagli inquirenti il violento della banda, è colui che materialmente ha tagliato l’orecchio alla Bazzan.
I banditi cercavano insistentemente una cassaforte, che però in casa non c’era. Alla fine si sono contentati del prezioso orologio da polso del medico, che lo stesso Colteanu cercò di vendere a Casal di principe (Caserta) dove è stato arrestato al termine di 4 giorni di fuga, e di prelevare circa duemila euro in contanti al bancomat, utilizzando le carte di credito della coppia.
Ghiviziu e Ion Cosmin Turlica, gli autisti della banda, erano rimasti fuori dalla villa a fare da palo, a circa un chilometro di distanza.
Le difese in aula l’8 ottobre
Martedì 8 ottobre toccherà ai difensori degli imputati fare ognuno la propria arringa. Sono stati, quindi, concessi i termini a difesa per i nuovi avvocati di Colteanu, che si erano rivolti alla Cassazione per trasferire il processo in altra sede, visto il “clima ostile” in città nei confronti degli imputati. Ma il gup ha deciso di aprire comunque l’udienza. Gli avvocati Rocco Ciotti e Alessandra Acciaro del foro di Teramo commentano: “Il ruolo dell’autore materiale è il ruolo che viene affibbiato a Colteanu dagli altri”, dicono i legali, “diciotto anni ci stupiscono perché comunque è una chiamata in correità, puntiamo ad una riduzione della pena”.
L’avvocato di Martin, Andrea D’Alessandro, commenta al termine dell’udienza: “Ci sono alcune questioni da precisare sulla posizione del mio assistito”.
Chiede precisazioni anche l’avvocato Roberto Crognale, che difende i fratelli Turlica: uno di loro non è entrato in villa durante la rapina, Ion Cosmin faceva il palo, mentre l’altro fratello, Costantin, è quello “buono” che ha offerto dell’acqua alle vittime, mentre Colteanu e Martin erano andati a prelevare i soldi al bancomat. “La richiesta di pena del pubblico ministero è stata esemplare – commenta l’avvocato Crognale – lo aveva anticipato già all’inizio della discussione, ma è spropositatamente alta”.
L’avvocato Nicola Sisti difende, assieme al figlio Paolo, il secondo palo della banda Ghiviziu: “Il nostro assistito non è entrato nella villa, era un autista che faceva da palo”.