Sevel, le preoccupazioni della Fiom: ripercussioni tra un paio d’anni
Dopo le decisioni di Psa
“La decisione della francese Psa di delocalizzare in Polonia la produzione di 100 mila furgoni è un forte campanello di allarme per il futuro della Sevel, con oltre 6 mila dipendenti, ma anche per l’indotto che ne conta altrettanti”. A parlare è Alfredo Fegatelli, segretario Fiom Cgil Abruzzo, intervenuto in conferenza stampa a Lanciano (Chieti).
“La preoccupazione – ha aggiunto il sindacalista – non è nell’immediato, in attesa della saturazione della produzione del Ducato ad Atessa, prossimo ai 300 mila pezzi, ma nel breve – medio periodo, entro due anni. Per questo più volte, tramite la Fiom nazionale, abbiamo sollecitato un incontro col Governo per conoscere le future strategie di investimento che Fca ha per Sevel. Anche il piano industriale presentato da Fca a dicembre stenta a decollare. Vogliamo così conoscere in modo chiaro investimenti e futuro, anche sulla versione del furgone elettrico, perché si continua a parlare di saturazione e di aumento dei turni produttivi, ma non si discute ancora sul nuovo Ducato”.
Fca ha rassicurato sul mantenimento della produzione in Val di Sangro, all’indomani della notizia che allarmò i sindacati abruzzesi. Ma la Fiom non si fida.