“Appena letta la sentenza ci ha abbracciato ed è scoppiato in un pianto a dirotto, un pianto liberatorio. Forse ha capito solo in questo momento la portata del suo gesto e in pochi secondi ha rivissuto sette mesi di dolore, iniziati dalla tragica morte della povera Roberta, sua moglie“.
Trent’anni di reclusione e 3 anni di libertà vigilata come pena accessoria: questa la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Lanciano per Fabio Di Lello, 33 anni, panettiere ex bomber di Vasto, per l’omicidio di Italo D’Elisa, 21 anni. Il pm Giampiero Di Florio aveva chiesto l’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, minorata difesa e porto abusivo d’armi.
La Corte ha, dunque, accolto la teoria dell’accusa. Di Lello perse la moglie, Roberta Smargiassi, sposata da pochi mesi, a seguito dell’incidente stradale provocato a luglio scorso da D’Elisa che, con la sua auto, non si era fermato a un incrocio, travolgendo la donna in sella allo scooter. Sette mesi dopo, il delitto in via Perth.
Quel giorno, il primo febbraio 2017, Di Lello, che secondo l’accusa conosceva le abitudini del giovane, lascia il campo di calcio di Cupello (Chieti), dopo aver allenato i pulcini, e giunge davanti al bar Drink Water. Scende dall’auto e riconosce il ragazzo, che stava parlando al telefono. Poi torna in auto, prende la calibro 9 regolarmente denunciata per l’uso al poligono di tiro, e spara 3 colpi di pistola contro D’Elisa. Questa la ricostruzione dell’accusa in aula con 95 slide e il video che riprende l’omicidio.
La Corte, presieduta da Marina Valente, con giudice a latere Andrea Belli e 6 giudici popolari, ha riconosciuto la premeditazione e ha applicato lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato.
Processo lampo celebrato in appena 4 udienze, con la fase dibattimentale a porte chiuse. Anche il dispositivo della sentenza, emessa dopo appena 3 ore di camera di consiglio, è stato letto in aula senza pubblico né stampa.
Per gli avvocati della difesa, Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni, che puntavano a far cadere la premeditazione, “il processo inizia adesso, con il ricorso in Corte d’Assise d’Appello. Perché Fabio aveva comprato la pistola – ribadisce la difesa – non per fare del male a D’Elisa ma per togliersi la vita“.
I giudici hanno 90 giorni di tempo per depositare la sentenza. Da quel momento la difesa di Di Lello avrà 30 giorni di tempo per presentare il ricorso in appello.