In cattedrale
Tutto ebbe inizio ai tempi della peste, nel XVII secolo, quando alcuni devoti lancianesi si recavano nelle campagne per dare sepoltura cristiana ai poveri defunti a causa dell’epidemia.
In tempi di Covid il messaggio di pietas torna di attualità, con la cattedrale della Madonna del Ponte che eccezionalmente ospita il rito della vestizione e professione di 15 novizi dell’Arciconfraternita Morte e Orazione “San Filippo Neri”.
Telemax ha trasmesso in diretta la cerimonia nella Domenica delle Palme, presieduta dall’arcivescovo Emidio Cipollone, in apertura dei riti della Settimana Santa, programma per il secondo anno consecutivo stravolto dalla pandemia, con l’annullamento delle processioni: quella suggestiva del Cireneo e gli Incappucciati, al Giovedì Santo, e quella struggente del Cristo morto al Venerdì Santo.
“Indossare l’abito Confraternale è un modo non generico per dare testimonianza visibile di culto e carità”, ricorda il priore Raffaele Sabella. I novizi del sodalizio, nato come nucleo confraternale nel 1608, sono chiamati a rispettare il significato dell’abito, intriso di storia, devozione, penitenza e impegno di vita migliore. “Di questo abito morale il Confratello non deve mai svestirsi; diviene geloso custode dei valori su cui poggia la Confraternita e, ponendosi al servizio del prossimo, si trasforma in strumento concreto e proficuo dell’agire cristiano”.