A Lanciano
Al Tgmax la dichiarazione di Andrea De Lutiis, della segreteria Fiom Cgil Chieti.
“Una storia tradita”: così Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil commentano la vertenza in atto allo stabilimento Pierburg di Lanciano (Chieti).
“Ad oggi la Pierburg non ha rispettato i contenuti degli accordi stipulati”, affermano le segreterie sindacali provinciali che hanno proclamato uno sciopero di due ore su ogni turno.
Le lavorazioni promesse non sono arrivate, i contenuti del PDR sono stati messi in discussione non riconoscendo il dovuto e costringendo i dipendenti “ad azioni di lotta per pretendere le spettante mentre il ricambio generazionale è rimasto solo sulla carta. Ad oggi sono usciti con quota 100 oltre 30 persone, nei prossimi mesi usciranno altre persone e l’azienda non ha rimpiazzato nemmeno un posto di lavoro, ci dicono che le assunzioni sono bloccate per via della crisi”.
“Ci sforziamo di comprendere ma non ci riusciamo – commentano Fiom, Fim e Uilm in una nota congiunta – il reparto manutenzione e l’ufficio ingegneria sono praticamente azzerati, la Pierburg di Lanciano rischia la paralisi. Tutti questi indizi ci portano ad una conclusione, la Pierburg evidentemente ha deciso di disimpegnarsi a Lanciano”.
Le promesse disattese
“In seguito nel 2019, a fronte di una riduzione di volumi e degli accordi in essere, ci incontrammo con Pierburg Lanciano e il responsabile della divisione MSI della Pierburg Kasperlik – proseguono i sindacati – concordammo con un accordo sottoscritto l’arrivo di nuove produzioni per un valore che oscillava fra i 6,3 e 7,4 milioni di Euro. L’accordo avrebbe dovuto avere effetti dai mesi successivi, in parallelo sono state fatte altre azioni per rendere più competitivo lo stabilimento: rinnovo del PDR con l’introduzione di diverse flessibilità per ridurre i costi del lavoro per un certo periodo favorendo il ricambio generazionale”.
L’incontro con l’azienda
“Alla luce di quanto sta accadendo, abbiamo posto tutte le nostre perplessità nell’incontro del 4 maggio scorso – prosegue la nota sindacale – la Pierburg è venuta a spiegarci che l’accordo del 2019 è saltato, che quanto previsto aveva un costo troppo alto per essere realizzato e che a causa del diesel gate i clienti non volevano che le produzioni fossero spostate. Le cose sono due: hanno preso in giro i lavoratori oppure non sono stati in grado di fare un’analisi di quanto loro stessi hanno messo sul tavolo. Sempre in quell’incontro – dicono Fiom, FIm e UIlm – l’azienda ci dice che è necessario rivedere quanto pattuito nel 2019, che ci sono altri progetti, nuove idee”.
“Il vero problema – commentano – è che la Pierburg non ha specificato di cosa si tratta, di quali volumi, della tempistica e se i livelli occupazionali saranno mantenuti”.
Una vertenza in salita, dunque, che coinvolge anche lo stabilimento di Livorno e mette in allarme i sindacati. “La Pierburg, una delle aziende più longeve della Val di Sangro, una delle aziende più moderne dal punto di vista del confronto sindacale, le cui esperienze fanno scuola su altri tavoli, non può dire una cosa del genere, è irrispettoso verso e per la sua stessa storia”.