Sono trascorse solo poche ore dall’anteprima di Report con l’intervista esclusiva rilasciata in merito all’affaire Visibilia, che Altair D’Arcangelo, patron del Chieti Calcio, replica con una nota diffusa su Facebook.
Il business developer – come egli stesso si definisce nel programma d’inchiesta – della Wip Finance, che ha rilevato Visibilia della ministra Daniela Santanchè, non ha gradito alcune fasi della presentazione che Report fa dell’uomo di affari, capace di smuovere capitali per decine di milioni di Euro.
“Ben consapevole dell’alta funzione del giornalismo d’inchiesta – scrive Altair D’Arcangelo alle 18:52 del 23 gennaio – non mi sono sottratto all’intervista del 13 gennaio nella quale sono stato collaborativo e trasparente”.
“Ho però rilevato l’interpolazione di notevoli “imprecisioni ed errori” circa il mio personale vissuto, che ho motivo di pensare siano strumentali a suscitare maggiori clamori e “funzionalità” nella nota vicenda giudiziaria e politica della Ministra Santanchè, unica vicenda d’interesse pubblico”, scrive D’Arcangelo.
”Al contrario, il mio personale passato non è d’interesse alcuno, tanto più circa vicende assai risalenti e irrilevanti, da Voi enfatizzate quanto ai profili negativi.
”Anche per le vicende più recenti non vi è corretta informazione, giacché non ponete in evidenza che all’oggi: non solo non c’è alcuna condanna definitiva, ma neppure – almeno a quanto ne so – il semplice “rinvio a giudizio”.
Come certo sapete, l’“indagato” non è “imputato” e anche quest’ultimo è presunto innocente fino a condanna definitiva!”.
Infine, vi è il tema della “continenza” che va osservata nel diffondere notizie sul conto altrui, prosegue il patron del Chieti Calcio.
“Saprete bene che anche notizie vere (figuriamoci se “aggiustate”) possono costituire “diffamazione” e che quest’ultimo odioso reato può distruggere la reputazione, l’onore, la carriera, il patrimonio, la famiglia, gli affetti: insomma l’intera vita di un essere umano”.
“Vorrete perciò uniformarvi ai ricordati principii di legalità, perché in difetto – conclude – non “farò sconti” a nessuno”.