«Mangia tutte e 7 le pasticche e basta. Ce la puoi fare. Vai, ammazzati».
Sono alcune delle frasi choc rinvenute dalla polizia postale nella chat Telegram attraverso la quale si scambiavano messaggi Andrea Prospero, lo studente universitario di Lanciano trovato morto in una stanza presa in affitto a Perugia, e il suo «amico virtuale» di Roma finito agli arresti domiciliari con l’accusa di istigazione o aiuto al suicidio.
Gli inquirenti lo ritengono responsabile di «avere rafforzato» nel 19enne «il proposito, a lui noto, di togliersi la vita mediante l’assunzione di farmaci contenenti ossicodone e benzodiazepine, portato a compimento interloquendo» con lo studente lancianese «nell’ambito della chat sul canale Telegram» dove i due utilizzavano i nickname di «Criss» e «Valemno».
«Criss» cioè Andrea, appare combattuto, il 24 gennaio, giorno della scomparsa, chiede
«più incoraggiamento» per il gesto estremo. «Valemno» però sembra di ghiaccio: «Non ho voglia – risponde – Se vuoi ammazzarti, ammazzati e zitto».
Frasi agghiaccianti emergono dalle indagini della polizia postale sulle circostanze che hanno portato alla morte di Andrea Prospero.
Il procuratore Raffaele Cantone ha evidenziato che, una volta appreso che i farmaci erano stati ingeriti, il giovane di Roma, invece di chiamare i soccorsi, si sarebbe preoccupato solo
«dei possibili rischi di essere identificato attraverso il cellulare» di Andrea.
Un ragazzo fragile, è stato detto, che viveva con ansia gli impegni universitari.
Ma invece di confidarsi con familiari e amici, quelli reali, ha trovato cinismo e aguzzini nel web.
Le indagini proseguono per chiarire ogni aspetto della vicenda, dalle 46 sim alla pen drive e alla carta di credito trovate nella stanza in affitto in via Del Prospetto, a Perugia, a pochi passi dallo studentato in cui alloggiava.
La famiglia affronta con grande forza questo periodo di dolore, sostenuta dagli avvocati Carlo Pacelli e Francesco Mangano del foro di Perugia, presenti alla conferenza stampa con la sorella gemella di Andrea, Anna Prospero.
“Il vuoto che lasciato Andrea è incolmabile”,
dice sconvolta, subito dopo aver ascoltato le dichiarazioni del procuratore Cantone in conferenza stampa.
“Confidiamo nella giustizia – aggiunge, tenendo sempre lo sguardo basso davanti ai microfoni – ringraziamo gli inquirenti, i nostri avvocati e tutte le persone che ci hanno aiutato e che ci aiuteranno”.
Il papà Michele, a Lanciano, si aspettava quantomeno l’istigazione al suicidio, ma continua a sostenere la tesi che il suo figlio minore sia stato ucciso.
“Faccio questa battaglia per conoscere la verità su mio figlio”, dice Prospero al Tgmax, “e per mettere in guardia altri ragazzi sui pericoli del web”.