“Si vocifera che ci sia uno che spaccia molti farmaci e Andrea non è l’ultimo morto qui in città”.
Parole inquietanti che aprono scenari inimmaginabili sulla morte di Andrea Prospero, 19enne lancianese, trovato senza vita a Perugia il 29 gennaio scorso.
A scriverle è, come spiega lui stesso a Chi l’ha visto?, uno studente di Informatica,
“frequentavo la stessa università e classe di Andrea”, precisa.
Il programma ha ospitato nella puntata di questa sera, mercoledì 26 febbraio, l’avvocato Francesco Mangano che assiste la famiglia dello sfortunato studente di Lanciano.
“Non crediamo al suicidio”,
insiste il papà Michele assieme alla mamma Teresa e alla sorella gemella Anna, ai microfoni del programma di Rai3.
“Qualcuno gli ha fatto del male, qualcuno che era con lui in quel B&B”,
prosegue il genitore che continua a ribadire l’ingenuità del figlio e la sua preparazione informatica “normale, come un qualsiasi ragazzo della sua età”.
“Andrea a scuola aveva 6 o 6 e mezzo a Informatica, nulla di più. Come ha fatto a diventare un genio da ottobre a gennaio?”,
riflette il papà del ragazzo scomparso il 24 gennaio scorso e trovato senza vita cinque giorni dopo, in un B&B a pochi passi dallo studentato in cui alloggiava.
Nella stanza gli inquirenti hanno trovato quattro cellulari e oltre 40 sim; nel water del bagno, una carta di credito e una pen drive con wallet inaccessibile senza conoscere la password identificativa creata dal sistema.
Carding o phishing
Carding o phishing, sostanzialmente truffe online, il giro in cui Andrea sarebbe rimasto incastrato,
“forse per guadagnare qualcosa e non pesare sui conti familiari”,
prova a ipotizzare il giornalista con la famiglia.
“In quel B&B Andrea non ci è mai stato, tranne il giorno in cui è morto”,
questa la tesi dei genitori, che da un mese stanno cercando di ricostruire le circostanze misteriose della morte del ragazzo.
Sul fronte delle indagini, coordinate dalla Procura di Perugia, si resta in attesa dell’esito dell’esame tossicologico, per capire quali e quanti farmaci il diciannovenne abbia assunto prima di morire.
A Perugia ci sarebbe una fiorente attività di spaccio di medicinali tra i giovani, sembra sottintendere il compagno di università di Andrea, che in chat con una giornalista di Chi l’ha visto? si rivela come pusher.
“Non conosco nessuno che gli abbia spacciato medicinali – scrive,
conosco tutti questi giri e nessuno glieli ha dati”.
“Si vocifera – prosegue – che ci sia uno che spaccia molti farmaci e Andrea non è l’ultimo morto qui in città”.
“Anche noi pusher abbiamo un cuore e stiamo attivamente cercando il colpevole”, conclude.
Mistero nel mistero, dunque, la morte tragica dello studente lancianese potrebbe dare la stura ad altre inchieste nella città universitaria umbra.