La notizia
Il Comune di Lanciano (Chieti) ritira la candidatura a Capitale della Cultura 2025. Lo hanno comunicato in commissione consiliare il sindaco Filippo Paolini e il vice sindaco Danilo Ranieri.
A denunciarlo è il capogruppo del Partito Democratico, Marusca Miscia, che parla di “Ennesima promessa non mantenuta, ennesima occasione sciupata per una giunta senza ambizioni degne di una città dalla storia e dalla cultura importante come Lanciano”.
“Il sindaco Paolini, con l’assessore alla Cultura e vice sindaco Ranieri – ricorda Miscia – nel mese di giugno avevano inviato la manifestazione di interesse per concorrere al bando Capitale della Cultura Italiana per il 2025, anno in cui si celebrerà tra l’altro il grande Giubileo eucaristico a livello mondiale”.
Mercoledì scorso, però, a sorpresa sindaco e assessore hanno comunicato alla commissione la rinuncia a partecipare, “giustificata – spiega Miscia – dall’intenzione di non pregiudicare la partecipazione al bando del 2026”.
“Qualcuno potrebbe dire che è mancato il tempo necessario, ma – fa notare il capogruppo del Pd – la giunta di Sulmona si è insediata lo scorso anno insieme a quella di Lanciano ed è regolarmente in corsa: a dimostrazione che chi vuole e si impegna riesce. Si tratta, quindi, dell’ennesimo proclama senza seguito dell’assessore Ranieri, molto bravo a lanciare progetti che poi vengono smentiti dal tempo”.
Il titolo di Capitale italiana della cultura viene conferito per la durata di un anno e la città vincitrice riceve un milione di euro per la realizzazione del progetto. Per il 2022 il titolo è detenuto da Procida.
Bergamo e Brescia saranno le capitali italiane della cultura per il 2023, mentre la città di Pesaro lo sarà nel 2024.
“Nel settembre 2017 il Comune di Lanciano presentò un documento che – spiega l’ex assessore alla cultura – puntava sulle ricchezze artistiche e culturali, sul Miracolo Eucaristico e che ben si accordava con le ricorrenze spirituali del 2020, anno che straordinariamente faceva coincidere la Pasqua delle tre religioni monoteiste”.
La presenza della storica collana la “Cultura dell’anima” della casa editrice Carabba, prosegue Miscia ripercorrendo le tappe della candidatura, “ci aveva ulteriormente incoraggiato a presentare un progetto che guardasse al rapporto tra spiritualità, cultura e scienza mettendo insieme religioni, popoli, ricercatori, scienziati, esplorando argomenti come l’intelligenza artificiale e le armi culturali che uniscono i popoli facendo leva su Lanciano, città della musica e delle Fiere, punti di incontro nei secoli dell’arte e del commercio”.
“Elaborare il documento fu un percorso impegnativo e di coinvolgimento di personalità del territorio, associazioni, enti. Una fatica non indifferente – continua Misica – che non riuscì ad entrare nella top ten ma ci permise di elaborare un prodotto che in fondo, era e può essere un “piano regolatore” del progetto culturale di Lanciano. Le città partecipanti erano 46, tra le quali Teramo in Abruzzo: fu Parma ad aggiudicarsi il bando del Mibact.
Amareggia ulteriormente sapere della mancata partecipazione per il 2025 perché i candidati sono solo 15 e soprattutto il 2025 sarà l’anno del secondo Giubileo di Papa Francesco dedicato al tema dell’eucaristia, con Lanciano che custodisce da secoli il Miracolo eucaristico più importante e riconosciuto al mondo, meta di pellegrinaggi internazionali”.
Quella impostazione con il tema “la cultura dell’anima”, con forte imprinting religioso e spirituale per la presenza del Miracolo Eucaristico, per l’ex assessore “avrebbe avuto una chance in più, anche alla luce del messaggio di pace in questo periodo di guerre, conflitti razziali e religiosi. Una congiunzione astrale, come è stata definita da un giornalista, che Lanciano non ha saputo sfruttare”.
“Ma a prescindere dall’esito, sempre arduo per una piccola realtà, la giunta Paolini ha mancato l’obiettivo di presentare la propria candidatura dopo gli annunci di giugno”, conclude il capogruppo del Pd che fa gli “auguri a Sulmona e Pescina, uniche città a rappresentare l’Abruzzo in questa ristretta rosa di quindici località”.