Adeguata l’organizzazione
È durata tutta la mattina la riunione in Sevel, ad Atessa (Chieti), con Rls e Rsa di Fim, Fiom, Uilm, Uglm, Fismic e Aqcf (i quadri di fabbrica).
“Dopo che la Direzione aziendale ha illustrato le modifiche all’organizzazione del lavoro per rispettare il Decreto di contrasto alla diffusione del coronavirus – scrivono in una nota congiunta – le organizzazioni sindacali hanno espresso le loro preoccupazioni e perplessità e chiesto di posticipare la ripresa dell’attività lavorativa, tenendo conto della condizione sanitaria del territorio e di quanto contenuto nel documento unitario”.
Nel documento del 12 marzo scorso, le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm avevano chiesto di posticipare la riapertura delle fabbriche metalmeccaniche al 22 marzo.
“Ringraziamo l’azienda per aver preso tutte le misure a garantire la corretta attività lavorativa in risposta al Dpcm – hanno detto in coro i vari Rls uscendo dai cancelli della Sevel, dopo l’incontro – ma gli operai temono il contagio, al rientro nelle rispettive famiglie, quando saranno a contatto con figli, mogli, genitori anziani”.
Resta un problema anche il trasporto: “quasi tutte le aziende di trasporto – dicono i sindacati – fanno viaggiare i pendolari senza il rispetto delle distanze”.
Insomma sembra più una questione generale di timore del contagio nelle famiglie che una questione di sicurezza interna alla fabbrica.
L’azienda ha chiesto alcune ore di tempo per prendere una decisione.
Le parti torneranno a incontrarsi nel tardo pomeriggio.