Gli operai deceduti nella deflagrazione del 21 dicembre 2020 stavano realizzando dei fuochi privatamente: assolta l’azienda, la Procura di Vasto pensa al ricorso in Appello.
Ha tempo fino al 15 febbraio ma ha già annunciato informalmente che proporrà ricorso in Appello il pm di Vasto Silvia Di Nunzio, avverso la sentenza emessa lo scorso settembre in merito alla morte di tre operai nella fabbrica Esplodenti Sabino di Casalbordino.

Nella sentenza furono assolti tutti gli indagati, tra cui i vertici dell’azienda, perché secondo le motivazioni del giudice Anna Rosa Capuozzo i tre operai Carlo Spinelli, Paolo Pepe e Nicola Colameo, alla viglia di Natale 2020 stavano realizzando fuochi d’artificio privatamente per le feste, nelle strutture della Sabino, senza che la proprietà ne fosse al corrente.
Fondamentale per la sentenza la perizia del giudice, che aveva stabilito come l’esplosione fu causata dalla cattiva gestione di polvere pirica per fuochi d’artificio che i tre operai stavano usando.
Di diverso avviso, invece, la perizia della Procura, che aveva ipotizzato un innesco causato da modalità totalmente diverse con polveri a terra, oltre ad aver rivelato 15 violazioni penali e ambientali.
Il secondo incidente mortale
Alla Esplodenti Sabino di Casalbordino, tre anni dopo, il 13 settembre 2023, un altro tragico incidente costò la vita ad altri 3 operai, anche loro in questo caso morti a causa di una esplosione.
Da quella data l’azienda non ha più ripreso l’attività e le autorizzazioni sono state interrotte dalle autorità.