Il discorso integrale dell’Ad Fiat Chrysler
Il Punto Sevel, Marchionne annuncia 700 mln di investimenti from telemax on Vimeo.
“La Fiat di oggi non è più quella che molti italiani ricordano: è cambiata nella struttura, nella dimensione economica e nell’estensione geografica e nel peso che ha all’interno del settore automobilistico mondiale”.
Il Punto “Sevel, Marchionne annuncia 700 milioni di investimenti“: il discorso integrale dell’Ad Fiat Chrysler, i commenti del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Giovanni Legnini, del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, del presidente della Camera di commercio di Chieti Silvio Di Lorenzo, del presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera, del segretario regionale Uil Roberto Campo. Una produzione TELEMAX a cura di Leda D’Alonzo, riprese di Tommaso D’Alonzo.
“Vorrei approfittare di questa occasione anche per parlare direttamente a tutti voi che lavorate in Fiat. La Fiat non è un’azienda senza volto, la Fiat siamo tutti noi”.
“Nove anni fa la Fiat era un’azienda con un orizzonte limitato che guardava soltanto all’Europa. La presenza all’estero era circoscritta al Sud America, in pratica era solo in Brasile”.
“Oggi siamo un gruppo con una presenza ampia e diversificata su tutti i mercati del mondo. Allora il nostro fatturato era di 27 miliardi di euro, nel 2012 è più che triplicato ed è arrivato a 84 miliardi di euro”.
“Nel 2004 i nostri dipendenti erano poco più di centomila, ed oggi siamo arrivati a oltre 250 mila”.
“Nel 2004 eravamo produttori di auto dalle dimensioni modeste, che vendeva circa 1 milione 800 mila unità all’anno. Nel 2012 insieme a Chrysler ne abbiamo venduto più 4,2 milioni di auto, siamo diventati il settimo costruttore mondiale“.
“Ma soprattutto la Fiat di allora era un’azienda in profondo rosso, le cui predite a livello operativo erano di oltre un miliardo di euro all’anno, tutte concentrate in Europa. Oggi siamo un gruppo solido capace di generare profitti, nonostante perdite legate ai marchi generalisti in Europa”.
“Negli ultimi nove anni abbiamo creato dalle potenziali ceneri di un costruttore italiano un gruppo automobilistico con orizzonte globale. E lo abbiamo fatto attraverso passaggi successivi: in primo, avviando un processo di risanamento, a partire dal 2004, quando abbiamo cambiato l’azienda dall’interno, nella struttura e nella cultura, ridandole il senso della sfida e della competizione, che in qualche modo si erano perse”.