Nella chiesa dello Spirito Santo
Squillo di chiarina, rullo di tamburo e sventolio di bandiere: era il minimo per onorare il presidente del Mastrogiurato, Danilo Marifisi, morto prematuramente a 69 anni a causa di un brutto male che lo ha colpito la scorsa estate.
Tutti i 104 posti disponibili occupati allo “Spirito Santo”, a Lanciano (Chieti), nel rispetto delle norme anti-Covid.
La bara semplice, in legno chiaro, coperta dalle bandiere tanto amate, che sventolano dolcemente con l’aria lasciata entrare dalle porte della chiesa rimaste aperte.
Nelle parole del parroco don Nicola Giampietro sono raccolti i pensieri di quanti lo hanno stimato e apprezzato.
“Vogliamo rendergli un attestato di gratitudine per la sua grandezza d’animo”, ha detto il sacerdote nell’omelia davanti alla famiglia, la vedova Massimina, le figlie Daniela e Claudia e i loro compagni.
“Uomo di altissimo spessore, umano, culturale e civile, Danilo si è lasciato rapire della terra frentana che tanto ha amato e l’ha fatta conoscere in diversi Paesi attraverso il Mastrogiurato”.
E da mezza Europa sono giunti messaggi di profondo cordoglio, letti in chiesa dal vice presidente dell’associazione Mario La Farciola che, con voce rotta dalla commozione, conclude: “Adesso organizzerai il Mastrogiurato in paradiso”.
Un lungo applauso ha salutato per l’ultima volta “il Mastrogiurato” che ha lasciato la chiesa portato a spalla dagli amici, tra questi anche lo scenografo Filippo Iezzi.