La notizia
I fatti contestati risalgono al 7 luglio 2015, quando Luciano D’Alfonso era presidente della Giunta regionale d’Abruzzo.
Il giudice Maria Teresa Pesca del Tribunale di Lanciano ha assolto (per la tenuità del fatto) Dimitri Di P. 56enne di Archi, Michele C. 47enne di Atessa e Alberto G. 40enne di Atessa, i tre imputati che offesero la reputazione del personaggio politico, con commenti postati sul social network Facebook; allo stesso tempo li ha, però, condannati al risarcimento danni in sede civile, tutto da quantificare.
I difensori Tito Antonini, dei primi due, e Giovanna Ceroli, del terzo, preannunciano ricorso in Appello per ottenere l’assoluzione piena per i loro assistiti, residenti in Val di Sangro.
Nei vari commenti si parlava di corruzione, non solo del politico ma anche della magistratura italiana: le frasi erano riferite ad un articolo pubblicato da un sito di informazione on-line che dava conto di un decreto del presidente della Regione, per rideterminare il budget in favore della sanità abruzzese.
L’ex presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, attualmente senatore uscente e rieletto deputato, era patrocinato dall’avvocato Carla Tiboni.
I commenti
Uno dei commenti postati su Facebook diceva: “Purtroppo la Magistratura in Italia è corrotta e collusa e ha permesso a un corruttore come D’Alfonso addirittura di potersi portare al comando della Regione. Chi ha appoggiato questo delinquente dovrebbe solo vergognarsi, una persona che ha passato più tempo nelle aule del tribunale che a lavoro”.
A luglio 2017 c’è un primo commento a un articolo sul decreto con cui D’Alfonso aveva rideterminato il budget sulla sanità abruzzese, mentre l’ospedale di Atessa veniva ridimensionato.