Micheal Whitbread era capace di intendere e volere al momento del delitto di Michele Faiers.
Micheal Whitbread, 75 anni, era capace di intendere e volere al momento del delitto di Michele Faiers, 66, avvenuto a Casoli a fine ottobre 2023.
Lo ha stabilito la perizia psichiatrica nel processo in Corte d’Assise, a Lanciano.
Imputato assente in aula per dimenticanza del carcere di Pescara o della cancelleria del tribunale di Lanciano, scoppia la polemica.
La testimonianza del perito forense
Il dott. Salvatore Spinella, incaricato dalla Corte, è stato ascoltato oggi in udienza, dove ha illustrato i risultati della perizia psichiatrica sull’imputato, a seguito di
“Tre incontri e due colloqui psichiatrici”, ha detto il perito forense.
Whitbread, spiega lo specialista,
“Non ha mai avuto una diagnosi psichiatrica né assunto psicofarmaci fino al gennaio 2023, anche in occasione del suo ricovero nel marzo 2023 per ingestione di paracetamolo e alcol, quando non è stato ritenuto di prescrivere farmaci”.
La consulente psichiatrica dell’ospedale di Lanciano, inoltre, “Non rilevò idee suicidarie”.
Consigliò a Whitbread di recarsi al Serd per il problema di alcolismo e al Centro di salute mentale, ma lo rimandò a casa.
Nell’immediatezza del delitto, prosegue il medico,
“Il pensiero di Whitbread era libero da una psicopatologia importante che potesse agire sui suoi pensieri o azioni”.
In seguito alle liti con la compagna, “ha avuto il pensiero di tornare in Inghilterra e poi tornare a Casoli e sistemare le cose”.
“Per restare in Inghilterra definitivamente?”, chiede il giudice.
“No, era molto legato a Casoli – risponde lo psichiatra – e voleva stabilirsi qui definitivamente”.
Nel suo progetto di vita, c’erano “attività subacquea estiva e sciistica invernale”, prosegue il perito, “accompagnando tutto dal buon cibo locale”.
Lasciato il Paese natìo, era intenzione di Whitbread costruirsi una nuova vita in Italia, con la nuova compagna Michele, lasciandosi alle spalle tre matrimoni e tre divorzi.
“Come aveva fatto suo padre”, riferisce ancora il perito psichiatrico, ingegnere all’IBM di Londra, che lasciò la famiglia e il figlio, Micheal (oggi a processo), quando aveva solo 11 anni, per stabilirsi con una nuova donna in Sudafrica.
“Per l’imputato suo padre era il modello da seguire, nonostante l’abbandono in tenera età.
Quando si trasferì a vivere in Abruzzo, a Casoli, con Michele Faiers, iniziò per Whitbread una “nuova vita d’amore e senza liti”.
Questo era il suo principale progetto di vita in sud Europa.
Dalla festa di Capodanno 2023, però, cominciarono le discussioni per un sospetto tradimento di lui con l’amica comune Fiona, inglese, residente in un paese vicino.
Quindi l’imputato e la vittima separarono le loro vite, continuando a vivere nello stesso casolare di località Verratti di Casoli, ma ognuno su un piano diverso dell’edificio.
Whitbread non voleva lasciare la loro casa comprata insieme, avrebbe voluto continuare a ristrutturarla per realizzare un B&B per inglesi in vacanza in Abruzzo.
“Un progetto lavorativo ideato insieme alla compagna, Michele”,
racconta il dott. Spinella, che l’uomo avrebbe voluto proseguire.
L’imputato si è detto ancora dispiaciuto per quanto accaduto,
“Io vorrei ritornare a Casoli e continuare il progetto lavorativo pensato insieme. Mi dispiace per quello che è successo”, ha detto al medico.
Agli interrogativi posti dalla perizia, in definitiva, l’imputato, ha detto lo psichiatra incaricato dalla Corte,
“era capace di intendere il valore di quello che ha commesso”.
Durante l’ultima lite con la compagna, la notte del delitto,
“C’è stato un blackout emotivo passionale”, ha detto il medico.
Lei disse a lui “vorrei vederti morto”, racconta l’imputato, e lui le diede un coltello della cucina per farsi uccidere.
Ma la donna rispose aggredendolo e graffiandolo.
“Una reazione che non si aspettava”, spiega lo psichiatra.
Quindi lui l’ha accoltellata, per nove volte, reagendo ad una condotta provocatoria della compagna.
Le figlie in aula
In aula, alla quarta udienza del processo, sono state presenti due delle tre figlie della vittima, Brooke Taylor e Harriet Faiers.
Le donne, costituitesi parte civile al processo, oggi sono state rappresentate dall’avvocato Quirino Ciccocioppo del Foro di Lanciano, su delega dell’avvocata Nadia Germanà Tascona del Foro di Milano.
Nessuna pericolosità sociale
“L’imputato non è socialmente pericoloso”,
ha concluso lo psichiatra incaricato dalla Corte d’Assise.
“Non sussiste, perché Whitbread è capace di intendere e volere”.
Prossima udienza tra un mese, quando in aula inizierà la discussione e quindi si procederà a sentenza.
La dimenticanza del carcere di Pescara
“Leso gravemente il diritto del mio assistito a partecipare al processo”.
Così l’avv. Massimiliano Sichetti, difensore dell’imputato, ha commentato la “dimenticanza” con i cronisti presenti all’udienza di oggi in Corte d’Assise, a Lanciano,
“Un episodio vergognoso”.
Micheal Whitbread, 75 anni, detenuto nel carcere “San Donato” di Pescara non è stato portato a Lanciano per prendere parte al processo a suo carico, perché “se ne sono dimenticati”.
L’imputato ha dovuto quindi sottoscrivere una “rinuncia formale” a partecipare, altrimenti l’udienza di oggi non si sarebbe potuta svolgere.
Aggiornamento delle ore 15
Non sarebbe stato il carcere di Pescara a dimenticare di trasferire questa mattina il detenuto al tribunale di Lanciano, per l’udienza del processo a suo carico in Corte d’Assise.
A chiarirlo con una nota è l’avvocato Sichetti, il quale
“smentisce che la mancata traduzione del Sig. Whitbread sia dipesa dal carcere di Pescara e attende gli opportuni chiarimenti da parte degli enti coinvolti”.
Sembra che sia stato il tribunale di Lanciano a non chiedere la traduzione del detenuto.