Nuova udienza per il processo in Corte d’Assise, a Lanciano, a carico di Aldo Rodolfo Di Nunzio, 72 anni.
L’ex ispettore dei vigili del fuoco è imputato dell’omicidio volontario aggravato della moglie, Annamaria D’Eliseo, 60 anni, morta il 15 luglio 2022 nel garage della loro casa a Iconicella.
Secondo l’accusa l’uomo avrebbe inscenato l’impiccamento della donna, dopo averla strangolata con un filo elettrico.
Proprio attorno alle modalità del decesso, su circostanze e tempi, è ruotata l’escussione odierna dei testi, a cominciare dall’anatomopatologo della Asl di Chieti, Cristian D’Ovidio.
La D’Eliseo aveva un solco continuo attorno al collo, compatibile con lo strangolamento secondo l’accusa.
In particolare il solco rilevato in sede di autopsia, definito orizzontale, salirebbe in corrispondenza delle orecchie di circa 5 centimetri, compatibile con uno strangolamento avvenuto alle spalle della donna.
La tesi dell’impiccamento, forse incompleto, è invece dei periti della difesa.
Tra i medici non c’è condivisione neppure sull’orario del decesso. Per la difesa, con il dottor Riccardo Di Tanna, la morte della donna sarebbe avvenuta intorno alle 12.30; per il perito della procura, intorno alle 13.15.
Mentre il decesso è stato dichiarato ufficialmente dai sanitari del 118 alle 13.35, dopo aver applicato le manovre di rianimazione cardiorespiratorie.
L’unica certezza è la causa della morte della ex collaboratrice scolastica, avvenuta per asfissia meccanica violenta.
La testimonianza del sindaco
Come teste è stato sentito anche il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, che a novembre 2021, su sollecitazione della stessa D’Eliseo, fece fare a Di Nunzio un Accertamento Sanitario Obbligatorio,
“ma non emersero presupposti per un Tso”.
Ultimo particolare: poche ore prima della morte della donna, alle 7 del mattino del 15 luglio 2022, l’imputato telefonò al sindaco per invitarlo a pranzo, ma lui declinò.
Oggi, dice Paolini, “me ne rammarico”.