La notizia
Il boss Matteo Messina Denaro, ancora una volta, ha rinunciato a comparire al processo che si celebra davanti alla Corte d’assise d’Appello di Caltanissetta, nell’aula bunker del carcere Malaspina, nel quale è accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
Anche questa volta è rimasta vuota la sedia della postazione in video-collegamento dal supercarcere dell’Aquila, dove l’ex superlatitante, catturato a Palermo il 16 gennaio, è detenuto.
La Corte, presieduta dal giudice Maria Carmela Giannazzo, aveva predisposto il collegamento con il penitenziario abruzzese.
In primo grado, il capomafia del trapanese è stato condannato all’ergastolo.
A conclusione della sua requisitoria, il procuratore generale Antonino Patti ha chiesto la conferma della condanna.
“Emozione” della difesa d’ufficio
Nell’udienza di oggi è prevista l’arringa dell’avvocato Adriana Vella, nominata difensore d’ufficio del boss.
“Non potete capire quanto sia emozionata e il motivo nasce dalla consapevolezza che la designazione casuale come difensore d’ufficio mi ha dato l’opportunità di essere in un procedimento che entrerà nella storia perché parla di fatti che hanno segnato la storia del nostro Paese”.
Lo ha detto l’avvocato d’ufficio del boss Matteo Messina Denaro, Adriana Vella, all’inizio della sua arringa, nel processo che si celebra davanti alla Corte d’assise d’appello di Caltanissetta, in cui l’ex superlatitante – che anche oggi ha disertato il videocollegamento dal supercarcere di L’Aquila – è accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via d’Amelio. L’avvocato ha annunciato che per il suo assistito chiederà l’assoluzione.
“La designazione come difensore d’ufficio casuale – ha aggiunto – fa di me l’espressione massima della tutela del diritto di difesa che lo Stato assicura a tutti. Credo fermamente che questa Corte sappia giudicare con imparzialità l’imputato, sappia leggere i motivi di appello, sgombrandoli dal nome dell’imputato e sappia con la medesima imparzialità ascoltare le mie riflessioni”.