Non è il guinzaglio del suo amato Orso l’arma usata dall’assassino per strangolare Lorena Paolini.
La notizia giunge nel giorno in cui la donna, trovata senza vita il 18 agosto scorso, nella casa di famiglia in contrada Casone di Ortona, avrebbe compiuto 54 anni.
Lo scrive la sorella Silvana, sul suo profilo social.
L’unico indagato per il presunto femminicidio resta il marito di Lorena, Andrea Cieri, 51 anni, impresario di pompe funebri.
L’uomo è indagato a piede libero, per omicidio volontario aggravato dal rapporto di coniugio. Cieri si è sempre proclamato innocente.
Sull’estraneità del guinzaglio al delitto – riporta oggi l’edizione abruzzese de Il Messaggero – si sarebbero pronunciati i consulenti della Procura di Chieti, titolare dell’inchiesta.
In particolare, la lesione trovata sul collo della vittima non è stata ritenuta compatibile con il laccio in corda sequestrato nell’abitazione dai carabinieri di Ortona, il giorno stesso del delitto, una calda domenica estiva, poco prima dell’ora di pranzo.
Le indagini proseguono.
Si attende anche l’esito della perizia sui messaggi contenuti nei cellulari della vittima e del marito, affidati all’ingegnere Davide Ortolano per scovare il movente.
Il medico legale Cristian D’Ovidio, ha chiesto al sostituto Giuseppe Falasca una proroga per esaminare meglio gli elementi raccolti in sede di autopsia.