Il gesto in apertura
Solo e senza pubblico nella sala dell’Ariston, il conduttore del 71/mo Festival di Sanremo ha dato via a questa insolita edizione con un segno della croce. Poi Amadeus ha sceso la celebre scalinata e ha letto le motivazioni che lo hanno spinto verso la seconda conduzione della kermesse canora.
Un gesto simbolico al quale si affidano in tanti in momenti cruciali, come siamo abituati a vedere frequentemente anche nel calcio, prima di un rigore o all’ingresso nel campo di gioco. E non solo da parte di cattolici, ma anche di musulmani.
Eppure il segno della croce di Amadeus, fatto in diretta Tv su Rai1, ha suscitato critiche dal mondo arabo.
“Non mi sento di dire che Amadeus ha sbagliato, rispettiamo ogni gesto individuale che viene dal profondo del proprio credo, però, a meno che non si sia trattato di un gesto spontaneo, lavorando in una televisione pubblica e sapendo che si parla anche a una platea di laici, atei, ebrei, musulmani, forse avrebbe dovuto tenerne conto. Oggi per gli italiani vale più la serenità, quindi bisognerebbe lasciare da parte ogni episodio che possa essere strumentalizzato o essere fonte di provocazione“. E’ quanto dichiara all’AdnKronos Foad Aodi, presidente Co-Mai, Comunità del mondo arabo in Italia.
“Certo – aggiunge Foad Aodi- sono gesti personali da rispettare sempre, per qualsiasi religione, se vengono fatti nel proprio privato. Noi crediamo da sempre nel rispetto reciproco e nel dialogo interreligioso, ma solo se questi gesti non vengono fatti solo per strumentalizzare o per provocare. La gente è stanca e ha bisogno di messaggi che costruiscono, che uniscono, che tranquillizzano, e non di messaggi che creano confusione. Al posto di Amadeus, che stimo, ci avrei pensato su prima di fare questo gesto”.
C’è anche, fortunatamente, chi la pensa in maniera opposta.
“Come uomo di Dio e di religione, affidando tutto al nostro creatore, è sempre un gesto gradevole e bello“. Così l’Imam di Catania Abdelhafid Kheit commenta con l’AdnKronos il segno della croce con cui Amadeus ha aperto la sua conduzione del Festival di Sanremo. Per il presidente della comunità islamica in Sicilia, quello di Amadeus è stato un gesto “per esprimere la propria fede in un momento di difficoltà dove la pandemia, oltre a creare vittime e problemi in tutto il pianeta, sta pure cambiando tante abitudini, come in questo caso, il festival di Sanremo, che per l’Italia rappresenta un momento importante per il mondo dello spettacolo e della musica”.
“Io non giudico le intenzioni delle persone – conclude l’Imam di Catania- ma ribadisco come quello del conduttore sia stato un bel gesto perché, oggi più che mai, abbiamo bisogno della preghiera e della spiritualità, in privato e in pubblico, per accompagnare e supportare ogni gesto quotidiano in un periodo di grande difficoltà come quello che investe il mondo”.