Lorena Paolini si è suicidata, impiccandosi al lampadario dello stanzino di casa.
È questa la nuova versione del marito della donna, trovata agonizzante in casa domenica 18 agosto scorso, in località Casone di Ortona.
Andrea Cieri, 52 anni, noto impresario di pompe funebri in città, è l’unico indagato per la morte della moglie.
Quella domenica, Lorena, 53 anni, fu trovata dai sanitari del 118 agonizzante sul divano.
Ad allertare i soccorsi fu proprio il marito, di rientro all’ora di pranzo, dicendo che la moglie aveva avuto un malore. E questa era la versione dei fatti, fino al recente colpo di scena.
Quel malore, tuttavia, non convinse i sanitari, che allertarono i carabinieri per dei segni sospetti sul collo della donna.
Il pm di Chieti titolare dell’inchiesta, ha fatto sequestrare dai carabinieri della Compagnia di Ortona il telefono della figlia minore della coppia, che quella domenica era presente in casa,
ma dormiva nella sua stanza, dissero.
Cieri è assistito dall’avvocato Maddalena De Gregorio, del foro di Roma.
La sorella della vittima, Silvana Paolini, non ha mai creduto all’ipotesi di suicidio.
Gli inquirenti cercano di ricostruire la verità, anche attraverso chat e messaggi nel cellulare della figlia minore. La coppia ha anche un’altra figlia, che quel giorno non era in casa.
La nuova versione dei fatti, fornita dal marito di Lorena, è stata confermata dalla figlia minore e dal fratello dell’indagato.
Se è questa la verità, viene da chiedersi perché l’hanno taciuta per cinque mesi. E perché solo adesso marito, figlia e cognato hanno dato la nuova versione dei fatti?