Papa Benedetto XVI, il ricordo di mons. Nicola Giampietro
La notizia

Papa Benedetto XVI, il ricordo di mons. Nicola Giampietro.
“Una persona saggia, mite con tratti gentili”, così mons. Nicola Giampietro, parroco di Santa Rita a Lanciano (Chieti), ricorda Papa Benedetto XVI, nel giorno delle esequie celebrate nella basilica di San Pietro.
“Conobbi il Card. Joseph Ratzinger nel lontano 1996 appena entrato in servizio nella Santa Sede presso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti”, ricorda in una lettera inviata al Tgmax il Direttore dell’Ufficio liturgico dell’Arcidiocesi di Lanciano-Ortona, che ha servito per 7 anni Papa Benedetto XVI.
“L’allora Card. Prefetto Jorge Arturo Medina Estévez mi volle come suo segretario personale e la sua grande amicizia che lo legava al Card. Joseph Ratzinger mi portò a contattarlo spesso per questioni di ufficio. Quando pubblicai la mia tesi di Laurea in Sacra Liturgia, dal titolo Il Cardinale Giuseppe Ferdinando Antonelli e la riforma liturgica dal 1947 al 1970, ne feci omaggio al Card. Ratzinger. Lui mi rispose con una lunghissima lettera ringraziandomi per il lavoro fatto nel recuperare le carte dell’Antonelli e nel saper dare una cronologia a tutto il tempo della riforma liturgica. Mi pregò di pubblicarla anche in altre lingue per dare un valido contributo alla storia della riforma liturgica. Quando si trattò di pubblicarla in lingua francese scissi al Card. Ratzinger per chiedere una breve presentazione, voluta dalla casa editrice, e lui mi rispose così: Caro Padre Nicola, grazie per la sua lettera perché arrivano tante domande per una prefazione. Ho dovuto decidere di rinunciarvi totalmente a un tale impegno del resto il suo libro con la presentazione ampia di fonti inedite, è di un valore tale che non ha bisogno di raccomandazioni”.

Lettera di Papa Benedetto XVI a mons. Nicola Giampietro.
“Gli ho spesso inviato i miei articoli, mi rispondeva sempre e mi ringraziava per quanto facevo per la liturgia, spronandomi a non arrendermi mai”.
“Lo incontravo ogni mattina mentre attraversava Piazza San Pietro per recarsi al lavoro presso la Congregazione per la Dottrina della Fede e sempre – prosegue il ricordo di mons. Giampietro – salutava con garbo e gentilezza augurandomi una buona giornata e buon lavoro”.
“La foto che ci vede insieme fu fatta nel 2017, anniversario del mio XXV di sacerdozio. Andai assieme al Card. Albert Malcolm Ranjith, ora arcivescovo di Colombo, Sri Lanka, quando era Arcivescovo segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ed io ero suo segretario. Il Card. Ranjith è stato un grande amico di Papa Ratzinger. Quel giorno lo attendemmo nei Giardini Vaticani all’ora della sua passeggiata. Avvicinandomi mi accolse con grande gioia e apprezzò molto il dono dei confetti di Sulmona. Non posso dimenticare il suo stupore e la sua attenzione mentre scartavo la bellissima confezione, osservava attentamente con gli occhi di un bambino tutti i movimenti che facevo, e con la curiosità di un bambino cercava di vedere subito cosa avevo portato per lui. Parlando della bontà dei confetti di Sulmona mi parlò della sua visita fatta a Sulmona e apprezzai moltissimo il ricordo fin nei minimi particolari. Al momento del saluto facendo la foto ricordo mi tenne fortemente la mano e mi ripeteva di “Non abbandonare la liturgia, ti prego, continua a scrivere non mollare, non abbandonare la fede, vedrai il Signore ti ricompenserà per tutto quanto hai fatto”.
“Quando mi capitava di stargli vicino apprezzavo sempre il suo ringraziare per ogni minima cosa, chiedeva scusa se aveva reso fastidio, quando gli si chiedeva un parere di ufficio rispondeva sempre con salvo miliore iudicio, per non far prevalere la sua competenza in materia, concludendo sempre con un fate voi ”.
“La sua genuina umiltà – sottolinea don Nicola – è stata esemplare quando ha rassegnato le dimissioni da Pontefice, dimostrando anche estrema modernità e profonda spiritualità”.
“Eletto Papa quel tardo pomeriggio del 19 aprile 2005, affacciarsi alla loggia di San Pietro abbiamo visto un uomo tremante ma forte, per il grande peso che gravava sulle sue spalle. Nel suo primo discorso da Pontefice disse “sono un umile servitore nella vigna del Signore” e lo è stato realmente fino in fondo da sacerdote, vescovo e da Papa fino a quando, ritiratosi in silenzio fuori dalla scena del mondo, ha continuato a pregare e sostenere la barca di Pietro che è la Chiesa, che lo ha portato a consumarsi come una candela per il Suo Signore”.
“Ora ci ha lasciati orfani – conclude don Nicola – posso dirlo perché è stato un padre attento e guida sicura pur in mezzo alle traversie della vita che mi hanno colpito”.
L’arcivescovo emerito di Genova sottolinea l’importanza di riscoprire il magistero di Papa Ratzinger: “mi rigenerava con la sua tenerezza, mi auguro risalti la sua grandezza di uomo di fede e di intelligenza che ha servito la Chiesa e il mondo fino alle sue ultime forze”.