Super affollamento nella spiaggia di Punta Aderci, a Vasto.
Un vero e proprio assalto di bagnanti, con tende e gazebo ad occupare le dune della spiaggia nella riserva d’eccellenza vastese.
La denuncia è di Augusto De Sanctis, noto ambientalista di Soa e Forum H2O.
Qui la sua indignazione, per ciò che definisce “il fallimento del sistema delle riserve naturali abruzzesi”.
“Confesso. Quando mi hanno girato questa foto ieri della cosiddetta “Riserva di Punta Aderci” a Vasto ho pensato a un fake e non l’ho pubblicata.
Tanto era incredibile ai miei occhi un’area sulla carta protetta totalmente occupata in maniera capillare e vergognosa.
È la foto simbolo di quello che considero il fallimento del sistema delle riserve naturali abruzzesi.
Nonostante milioni di euro di fondi assegnati ai comuni per la gestione e la sorveglianza, nonostante l’esistenza di un fantomatico ufficio parchi regionale che dovrebbe coordinare e dare le direttive per attuare le norme di tutela previste dalla legge del 1996 (sì, millenovecentonovantasei, 28 anni fa), nonostante le plurime segnalazioni indignate inviate in ogni modo (dalla telefonata più o meno cordiale alle PEC ai comunicati stampa; insomma, non fate finta di cadere dal pero!), ci troviamo con le aree protette abruzzesi trasformate in un vero e proprio suk.
Sono anni che diciamo che Punta Aderci deve avere un sistema di accesso controllato, con sistemi filtro usati in tutto il mondo.
Non necessariamente il biglietto a pagamento, visto che la regione investe fondi ordinari ogni anno.
Ad esempio, prenotazioni online, come ad esempio si fa alle Gole di Celano.
Gestione è sinonimo di organizzazione.
Altrimenti aboliamoli, riserve e ufficio parchi, visti questi drammatici risultati”.
Ma non finisce qui.
De Sanctis critica apertamente anche la gestione di altre riserve naturali, come quella del Bosco di Don Venanzio, gestita da Legambiente, “trasformate in enormi ristoranti per concerti”.