La denuncia
“I porti rischiano la paralisi. Senza il potenziamento delle infrastrutture e in particolare delle banchine di attracco sarà sempre più difficile andare avanti”.
Tommaso Nervegna, presidente Buonefra, si fa portavoce del gruppo di imprese e di multinazionali che gravitano sul porto di Ortona (Chieti). E’ allarme per il Recovery Plan che non sembra destinare risorse alla portualità abruzzese. Una lettera aperta, piena di timori e preoccupazioni per il futuro, è stata inviata ai parlamentari abruzzesi, al presidente della Regione e ai consiglieri regionali per chiedere che per i porti abruzzesi, e in particolare per quello di Ortona, ci siano finanziamenti per il potenziamento delle infrastrutture.
A firmare la lettera non solo importanti aziende abruzzesi, ma anche di rilevanza nazionale quali Gruppo Amadori, Gruppo Casillo, Deco, Molino dell’Adriatico, Fassa Srl.
“Ogni volta è un problema per gli scostamenti e perché le navi non riescono ad entrare – aggiunge Nervegna -. E non ha senso parlare di Zes, Zone Economiche Speciali, se poi non ci sono dei porti in grado di poter far entrare le navi che trasportano merci di grandi aziende, e questo perché non ci sono pescaggi e banchine adeguate”.
Al Tgmax interviene anche Dino Palliotta del gruppo Casillo, leader mondiale nella trasformazione e commercializzazione di cereali, che è presente da 5 anni al porto di Ortona.
“Ci aspettiamo – infine l’auspicio degli imprenditori – che gli amministratori possano prendere in mano questo problema perché il discorso riguarda non solo Ortona ma anche gli altri porti abruzzesi”.