Salvini su Twitter e Dibba in Rai
Tre tweet per fare campagna elettorale nel giorno del silenzio, nella domenica di voto a urne aperte. E sì che i social e il web non hanno regole, ma da un rappresentante di governo ci si aspetta un certo comportamento etico.
“Credo sia la prima volta nella storia della Repubblica che il Ministro degli Interni, che ha il compito di assicurare il regolare svolgimento delle operazioni elettorali, si permette di interferire con il procedimento elettorale a urne aperte. È semplicemente una vergogna”. Lo afferma Sjlvia Manzi segretaria dei Radicali.
“Liberissima di invitare chi vuole (perfino chi in un passato recentissimo le ha dato della “puttana”), ma perché proprio nella giornata del voto in Abruzzo – e nel pieno della consultazione elettorale – la Rai con Lucia Annunziata, permette una passerella e una ribalta a Alessandro Di Battista? Non è un’entrata a gamba tesa nella competizione elettorale che permette uno squilibrio a favore dei 5Stelle e di un loro esponente di punta a discapito di tutte le altre forze che oggi non saranno presenti nel programma di Lucia Annunziata?”, la denuncia è di Forza Italia, che chiede “al presidente della commissione di Vigilanza di mettere in moto qualsiasi iniziativa presso la Rai affinché non venga consentito questo ulteriore strappo al pluralismo”. Lo dichiarano i componenti di Forza Italia della Commissione di Vigilanza Giorgio Mulé, Maurizio Gasparri, Alessandra Gallone, Patrizia Marrocco, Andrea Ruggieri e Renato Schifani.
“Chi non va a votare ha già perso, libertà è partecipazione! #elezioniAbruzzo #Abruzzo #oggivotoLega”, dice nel tweet di mezzogiorno il leader della Lega.
Ma il primo cinguettio è alle 6 del mattino, il secondo arriva alle 7, ed entrambi sono spot video: il primo è breve, una manciata di secondi per dire di votare Lega in Abruzzo, in cui si vede Salvini in camicia bianca che incontra gente e stringe mani; il secondo dura 2 minuti e racconta, tappa dopo tappa, la campagna elettore del ministro degli Interni, rigorosamente in felpa della Polizia, città dopo città in Abruzzo, da Chieti il 4 gennaio a Pescara il 7 febbraio, passando per i centri minori.
Nel frattempo, il dato delle 19 sull’affluenza alle urne continua a segnare un calo di circa 2 punti percentuali, come a mezzogiorno, rispetto alle regionali del 2014: alla penultima ilevazione della giornata, lultima sara alla chiusura dei seggi, l’affluenza si è fermata al 43%; nelle precedenti consultazioni era stata del 45,10%.
Questa la percentuale di affluenza al voto provincia per provincia (tra parentesi le percentuali relative alle precedenti elezioni regionali, maggio 2014): Chieti 40,46% (42,77%), L’Aquila 44,56% (40,68%), Pescara 43,98% (47,55%), Teramo 43,96% (50,33%).
A contendersi la poltrona di governatore Sara Marcozzi, avvocato 41enne di Chieti, consigliere regionale uscente, alla guida del M5s; Marco Marsilio, senatore, nato a Roma e di origini abruzzesi, di Fratelli d’Italia, 52 anni il 17 febbraio, in testa alla coalizione di centrodestra composta, oltre che dal suo partito, Lega, Forza Italia, Udc-Dc-Idea e Azione Politica; l’ex vicepresidente del Csm e sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, 60 anni, avvocato, di Roccamontepiano (Chieti), a capo di una coalizione civica e di centrosinistra composta da 8 liste, Partito democratico, Legnini Presidente, Abruzzo Insieme, Avanti Abruzzo, Abruzzo in Comune, +Abruzzo, Progressisti per Legnini, Centristi per l’Europa-Solidali e popolari; Stefano Flajani di CasaPound, 47enne avvocato di Alba Adriatica (Teramo).