La pioggia col vento e la giornata del lunedì non fanno registrare affluenze record alla chiesa più antica della città di Lanciano, dove il 3 febbraio si rinnova il rito dell’unzione della gola.
È il giorno dedicato a San Biagio, vescovo e martire, venerato tanto in Oriente quanto in Occidente.
Protettore della gola, decine di fedeli in coda per attendere il proprio turno e farsi ungere con l’olio benedetto.
C’è anche chi lascia spennellare dal sacerdote alcune gocce su un fazzoletto, per ungere a casa i familiari ammalati che non possono recarsi nell’edificio di culto.
A presiedere la celebrazione eucaristica delle 11 è mons. Nicola Giampietro.
“San Biagio è lontano, sia nel tempo, perché vissuto nel 300 dopo Cristo, sia nello spazio, perché era vescovo di Sebaste in Armenia,
eppure la sua presenza è vivissima nel cuore di tanti credenti, in modo particolare nella Frentania”,
così lo ha ricordato in altre occasione l’arcivescovo di Lanciano – Ortona Emidio Cipollone.
Il rito dell’unzione della gola è un atto che si collega alla tradizione secondo cui il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una spina o lisca conficcata nella sua gola.
Per questa tradizione, è invocato quale protettore della gola.