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Tangenti cultura: l’ex assessore De Fanis ammette colpe, pena ridotta in Appello

Gennaio 27
23:46 2023

La notizia



Pescara: condannato l’ex assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis.

Ha reso dichiarazioni spontanee durante l’udienza, nel corso della quale l’ex assessore regionale alla Cultura della giunta Chiodi, ha ammesso le sue colpe.

Colpo di scena in aula della Corte d’Appello, a L’Aquila, per il giudizio di secondo grado sul processo a carico di Luigi De Fanis, condannato in primo grado a 6 anni, nel 2018, al Tribunale di Pescara.

La corte aquilana ha ridotto la pena a 4 anni 3 mesi e 10 giorni, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici ridotta a 5 anni.

La vicenda, denominata “Inchiesta Vate”, riguardava le erogazioni di contributi regionali per le manifestazioni culturali. A denunciare il tentativo di corruzione, per la richiesta di tangenti, era stato l’operatore culturale di Orsogna Andrea Mascitti, che si rivolse alla Procura.

Questa mattina, davanti al giudice in Corte d’Appello, De Fanis ha chiesto di rilasciare dichiarazioni spontanee ammettendo tutte le sue responsabilità e chiedendo, per questo, scusa a tutte le persone coinvolte.

Per questa ammissione la pena gli è stata ridotta.

Andrea Mascitti, presente in aula, si è detto soddisfatto per la conclusione della vicenda. 

La delega in giunta regionale

De Fanis, medico ortopedico di Atessa (Chieti), fu nominato assessore della giunta di centrodestra guidata da Gianni Chiodi (Pdl) a gennaio 2011, assieme a Gianfranco Giuliante.

All’epoca i due sostituirono Lanfranco Venturoni e Daniela Stati, entrambi costretti a dimettersi nei mesi precedenti, dopo essere stati coinvolti in due diverse inchieste giudiziarie.

A Giuliante furono assegnate le deleghe a Pianificazione, tutela e valorizzazione del territorio e Protezione civile, mentre a De Fanis andarono le Politiche culturali, veterinaria e sicurezza alimentare.

La condanna nel 2018
Il Tribunale di Pescara, presieduto da Maria Michela Di Fine, condannò De Fanis a luglio 2018 per concussione, induzione e tentata induzione indebita a dare e promettere utilità, peculato, truffa e falsità materiale commessa in atto pubblico. L’ex assessore venne invece assolto dalle accuse di abuso d’ufficio e corruzione.
Il procuratore aggiunto Anna Rita Mantini, in aula, aveva chiesto 8 anni di reclusione.
De Fanis per questa storia finì agli arresti domiciliari nel 2013. 
A spingere l’ex assessore a chiedere tangenti sarebbe stata l’ex amante, Lucia Zingariello, sua segretaria. Questa la ricsotruzione dell’accusa in aula. “La loro relazione sentimentale è il movente di questi illeciti – disse il pm durante la requisitoria – Zingariello è l’altra anima dell’assessore”, ed era la causa dell’indebitamento di De Fanis, “che lo ha spinto a chiedere tangenti”. 
La Zingariello, per questa vicenda, patteggiò un anno e undici mesi in udienza preliminare. 

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