[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=3LsnNsztDOs[/youtube]Il terremoto del 30 ottobre in Italia Centrale ha generato uno ‘scalino’ lungo almeno 15 chilometri tra Arquata del Tronto e Ussita. Lo rende noto l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Questo fenomeno, chiamato ‘scarpata di faglia’, è comune per i terremoti di magnitudo vicina a 6,0 e “rappresenta la prosecuzione verso la superficie della rottura e dello scorrimento avvenuto sulla faglia in profondità”.
Lo scalino generato dal terremoto del 30 ottobre ha un’altezza variabile tra 20 e 70 centimetri e in alcuni punti supera il metro: dimensioni in linea con quanto prevedono i modelli di riferimento dei sismologi, secondo i quali per un terremoto di magnitudo 6,5 ci si può aspettare la formazione di scarpate lunghe una ventina di chilometri e alte in media 40 centimetri. Scarpate sul fianco del monte Vettore si erano formate anche dopo i sismi del 24 agosto e del 26 ottobre, ma le loro dimensioni erano inferiori rispetto al gradino generato dal sisma del 30 ottobre.
Lunghezza e altezza della scarpata di faglia sono infatti proporzionali alla magnitudo del terremoto. Queste strutture sono considerate una ‘spia’ del movimento avvenuto in profondità, “che ha raggiunto – osserva l’Ingv – picchi superiori a 2 metri, che hanno prodotto il ribassamento del settore occidentale rispetto a quello orientale”. Queste osservazioni, con i dati dei satelliti, consentono di capire che cosa è avvenuto in profondità e di caratterizzare il sisma e la faglia che l’ha generato.


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