Cercano la minore scomparsa e trovano anche la zia colpita da Mandato di cattura europeo per droga, arrestata insieme alla madre della piccola.
Ieri pomeriggio, a Duisburg in Germania, è stata rintracciata la bambina scomparsa il 25 maggio scorso da San Giovanni Teatino, sottratta dalla madre ai nonni formalmente affidatari. Contestualmente è stata arrestata la donna in esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo emesso dalla Procura della Repubblica di Chieti, il 30 maggio scorso.
A rintracciare il nucleo familiare è stata la Squadra Mobile della Questura di Chieti, al termine di una lunga attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Chieti.
L’indagine, effettuata anche con acquisizione di immagini, perquisizioni, sia locali che informatiche, ha messo i poliziotti sulla strada per Germania, individuando in un primo momento un’altra località e successivamente Duisburg.
L’attività all’estero è stata coordinata dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Nel corso dell’attività di indagine, sono state deferite alla Procura della Repubblica di Chieti complessivamente sei persone, tutte familiari della minore, compresi i nonni, formali affidatari della bambina. Sono ritenuti complici della madre, in quanto pienamente consapevoli dell’organizzazione della fuga, avendo denunciato la sottrazione della minore con “colpevole ritardo”, sottolineano gli inquirenti.
Al momento del rintraccio, la minore era in compagnia della madre e della zia paterna, anch’essa arrestata poiché colpita da Mandato di Arresto Europeo. La donna era stata condannata, in Italia, alla pena di 18 anni di reclusione per reati in materia di stupefacenti.
In esito alle attività esperite in Germania, la madre e la zia sono state condotte in carcere a Duisburg, in attesa della convalida dell’arresto ai fini estradizionali.
La bambina, in attesa di essere ricondotta in Italia, è stata affidata ai Servizi Sociali della città di Duisburg.
Le indagini proseguono. Gli inquirenti non escludono che nella vicenda possano essere coinvolte altre persone, in qualità di complici o fiancheggiatori.