Pescara, 6 agosto 2016 – Fabrizio Pellegrini, il pianista di 47 anni malato di fibromialgia che ha passato quasi due mesi in carcere a Chieti, per aver coltivato piante di cannabis per curarsi e che da martedì è agli arresti domiciliari, è “ancora senza cure, perché è in detenzione domiciliare e per curarsi dovrebbe violare le prescrizioni, e questo comporterebbe il ritorno in carcere”. Lo segnala il suo legale, l’avvocato Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia Giustizia e Libertà Abruzzi. In una conferenza stampa a Pescara, presente anche Maurizio Acerbo della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, Di Nanna ha ricordato come in Abruzzo la legge che prevede la possibilità di coltivare la cannabis a scopo terapeutico sia “rimasta inattuata” ed ha sottolineato che si sta “valutando la possibilità del trasferimento di Pellegrini in una regione in cui possa ricevere le cure necessarie”.”In questi giorni – spiega l’avvocato – per individuare una struttura si è attivata con noi la ‘Garante dei detenuti di fatto’ Rita Bernardini”.
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