Servizio Tgmax 8 febbraio 2017 – C’era l’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, assieme alla Federazione nazionale della stampa e al Sindacato dei giornalisti abruzzesi, oltre a diversi colleghi, presenti per lavoro o soltanto per solidarietà, alla prima udienza della causa civile, al tribunale di Pescara, intentata dal presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso contro la giornalista Lilli Mandara, per diffamazione a mezzo stampa con gli articoli pubblicati sul blog Maperò. Tra gli argomenti sotto accusa – spiega l’avvocato Lamberto Di Pentima, difensore della giornalista free lance – ci sono i casi La City e Maltauro oltre a incarichi vari, ma tutti fatti – precisa il legale – pertinenti l’azione di governo del presidente di giunta regionale.
La richiesta di risarcimento danni avanzata da D’Alfonso, assente in aula, è di 150 mila euro. <!–more–>Il suo avvocato, Mario Briolini, ribatte che “il suo assistito contesta la continuità giornaliera con la quale Mandara lo ha ossessivamente attaccato. Il presidente – prosegue Briolini – non disconosce il diritto di critica, ma ritiene che questo non si possa estendere fino a ledere l’immagine e la reputazione delle persone”.
L’udienza si è conclusa con un rinvio al 26 maggio, per l’ammissione delle prove. Intanto il presidente dell’ordine Stefano Pallotta ribadisce il ruolo di critica dei giornalisti, mentre Ezio Cerasi del sindacato unitario dei giornalisti, ribadisce l’importanza di una legge a sostegno della libertà di informazione. E infine, per la politica, c’era Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista.
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