Le riflessioni di Casartigiani
Da sabato 6 marzo potremmo tornare al barba e capelli fai-da-te: il nuovo attesissimo Dpcm a firma Draghi chiuderebbe (il condizionale è d’obbligo) barbieri e parrucchieri in regioni, province e comuni con le maggiori restrizioni.
Il provvedimento, ancora in bozza, dovrebbe durare un mese, restando quindi in vigore anche per Pasqua e Pasquetta (le seconde in era Covid). Sono previste anche delle riaperture, seppure non da subito: dal 27 marzo riapriranno, nel rispetto di specifici protocolli, cinema e teatri mentre sarà possibile andare al museo anche nei week end.
Tornando alle attività dei barbieri e parrucchieri, in zona rossa queste sarebbero sospese.
Le critiche di Casartigiani
Alle fonti ufficiose sono ferme anche le associazioni di categoria. Casartigiani parla di “ore concitate” in attesa del Dpcm Draghi che espunge di fatto i saloni di barbieri e parrucchieri dalle attività di servizi alla persona. Nulla di “rivoluzionario” rispetto al passato, commenta l’associazione; di nuovo c’è “solo il preavviso dato agli operatori, che da un anno a questa parte sono stati abituati ad attendere il DPCM della notte per scoprire se alzare o lasciare abbassate le saracinesche nell’indomani” .
Casartigiani Abruzzo si dice seriamente preoccupata per i sacrifici che il settore sarà chiamato a sostenere, ancora una volta. Si pensi prima alla serrata di marzo scorso, e successivamente, ai rigidissimi protocolli destinati ai saloni, ai dispositivi di protezione, all’uso di materiale monouso, al registro delle presenze, agli appuntamenti distanziati l’uno dall’altro e così via.
“Parrucchieri e barbieri hanno dimostrato grande senso di responsabilità e dedizione al lavoro, adeguandosi a regole rigidissime che hanno snaturato il proprio lavoro fatto di manualità ed empatia con il cliente. E questo – ricorda Casartigiani – avveniva anche in estate, mentre venivano riaperte addirittura le discoteche”.
“La situazione in Abruzzo è particolarmente delicata – spiega l’associazione – in quanto, in forza dell’O.P.G.R. Abruzzo del 27.02.2021, n. 11, in alcuni Comuni delle province di Pescara e di Chieti, tra i quali il Comune di Lanciano, si applicano le ulteriori misure di contenimento del contagio per le aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto da Zona rossa, e ciò a decorrere dal 27.02.2021 sino a diverso provvedimento. Ove confermata la chiusura dei parrucchieri in zona rossa, per metà territorio abruzzese l’economia che verte intorno alla cura dei capelli subirebbe l’ennesimo tracollo”.
Vicenda Tar del Lazio
Casartigani entra anche nel merito della sentenza Tar Lazio, che il 16 febbraio scorso ha annullato quanto stabilito dal DPCM Conte che determinava la chiusura dei centri estetici nelle zone rosse, considerandoli di minor rilievo rispetto a parrucchieri e barbieri, a cui invece è concessa attualmente l’apertura, anche in zona rossa.
“Si sta delineando l’ennesimo paradosso – riferiscono i coordinatori regionali di Casartigiani Abruzzo Dario Buccella e Flaviano Montebello – da un lato la sentenza del Tar che consente l’apertura degli estetisti anche in zona rossa e dall’altro il prossimo DPCM Draghi che vorrebbe la chiusura di parrucchieri e barbieri. Non si sta tenendo conto – proseguono i portavoci di Casartigiani Abruzzo – che i Servizi alla Persona, nella loro generalità rappresentano un settore più che sicuro, disciplinato da un protocollo molto più dettagliato e scrupoloso rispetto a tanti altri, che il benessere che ne deriva non è solo di tipo psicologico ma spesso anche fisico, al pari di altri trattamenti sanitari, e che la casistica ad oggi ci permette di affermare che non esistono contagi all’interno dei centri estetici e dei saloni”.
Casartigiani Abruzzo auspica “un ravvedimento da parte del Governo e che i prossimi sforzi siano volti, più che a colpire le attività produttive artigiane, a frenare comportamenti scellerati da parte dei singoli ed a mostrare una rottura con il passato: meno annunci e più misure per ristorare e rilanciare le attività”.