Ungulati sempre più grandi
“No, un cinghiale così grande non ce l’aspettavamo”: a parlare è Cristian Di Toro Mammarella, 27 anni, bracciante agricolo di Bucchianico (Chieti), cacciatore per passione. È stato lui a sparare all’esemplare maschio, di 220 kg, mentre era a caccia in braccata con i compagni di squadra de “La Rinascita” ad Ari, nel vallone dove scorre il torrente Dendalo.
“È uscito per primo dal boschetto, era a capo di un branco – racconta Cristian al Tgmax, ancora incredulo per il “grasso” bottino -. Eravamo dieci in squadra, finora un cinghiale poteva pesare al massimo un quintale e mezzo”.
Una cena tra amici e poi il resto della carne sarà regalato, “perché – spiega il giovane cacciatore – non è più apprezzata come un tempo, ora il cinghiale è considerato soprattutto un animale onnivoro che si nutre anche di spazzatura”.
Il cinghiale record catturato ad Ari, circa dieci anni di età, fa il paio con quello abbattuto a Manoppello (Pescara) poche settimane prima: perché i cinghiali stanno diventando così grandi? “È cambiata l’alimentazione – prova a rispondere Antonio D’Onofrio, 69 anni, imprenditore agricolo di Ari, della squadra La Rinascita -. Quando escono dai boschi, i cinghiali mangiano orzo, sorgo e ceci, ma non è affatto raro vedere questi animali che si appoggiano ai paletti delle vigne e mangiano l’uva”.
Anche l’uva? “Sì, per me è un complimento – risponde scherzando – vuol dire che è buono ciò che produco. Ma, a parte gli scherzi, di uva ne mangiano poca, forse un chilo su un quintale di raccolto”.