Camillo D’Alessandro, eletto alla Camera dei deputati il 4 marzo scorso, si è dimesso dalla carica di consigliere regionale. All’Emiciclo D’Alessandro, esponente di spicco del Partito Democratico, ha svolto finora il ruolo di portavoce della maggioranza, oltre ad essere delegato ai trasporti.
Al posto di D’Alessandro, nel corso della prima seduta utile del consiglio regionale, entrerà Antonio Innaurato, attuale commissario dell’Ater Lanciano-Vasto, primo dei non eletti del Pd in provincia di Chieti.
In aula è montata la polemica per le tanto attese dimissioni richieste dalla minoranza del presidente Luciano D’Alfonso: il governatore è stato eletto al Senato il 4 marzo scorso, ma ha in più occasioni ribadito che resterà a ricoprire il suo ruolo di governatore finché le normativa glielo consentirà.
Dal centrodestra, Mauro Febbo (Fi) commenta: “In Regione Abruzzo non esiste più la maggioranza e solo dopo il ‘rimpastino’, con l’ingresso del neo assessore Giorgio D’Ignazio e le gravi assenze ingiustificate di tre consiglieri (gli ex assessori Gerosolimo e Di Matteo e il presidente della Commissione Sanità Olivieri) si garantisce ancora il minimo numero legale per resistere in Aula”.
Critiche anche dai banchi del M5s: “Sono 4 i mesi che registrano la paralisi del consiglio regionale, un sequestro istituzionale causato dalla doppia carriera politica di D’Alfonso, eletto in Senato ma restio a mollare la poltrona di presidente” dicono i pentastellati, ritenendo D’Alfonso un presidente a mezzo servizio, mentre “il presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio – proseguono dal M5s – esita a convocare la Giunta per le elezioni che potrebbe e dovrebbe prendere atto dell’incompatibilità del presidente-senatore, dichiararne la decadenza e sciogliere il consiglio regionale permettendo agli abruzzesi di tornare al voto”.