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Dai 15 milioni di euro dovuti ai 6 di una eventuale transazione che possono diventare quasi sicuramente zero con il ricorso in Cassazione: è questo l’auspicio del presidente della Sasi, Gianfranco Basterebbe, illustrato in conferenza stampa per chiudere il lunghissimo contenzioso con Acea, che risale ai tempi della Cassa del Mezzogiorno. Motivo del contendere è il prelievo di acqua dalla Maiella da parte della Sasi, per uso potabile, che avrebbe ridotto la portata di 400 milioni di metri cubi per la produzione di energia idroelettrica alle centrali dell’Acea, concessionario della Regione Abruzzo dal 1961. Assieme alle componenti del Cda Patrizia De Santis e Paola Tosti, il presidente dell’ex consorzio acquedottistico di Lanciano ha ripercorso le tappe della vertenza attraverso condanne e appelli, fino alla recente sentenza di Cassazione a sezioni riunite, sul caso analogo Acquedotto del Ruzzo contro Enel, che ha accolto il principio della prevalenza dell’uso umano delle acque sugli altri usi, come stabilito nella legge Galli del ’94.
Rispetto alle attività portate avanti dalla Sasi, il presidente ha tenuto a precisare i lavori fatti sui depuratori e quelli in via di completamento dell’impianto di Santa Croce, che dovrebbe essere inaugurato tra qualche settimana. “Dopo l’attivazione dei depuratori di Furci, Tollo e Castel Frentano, la Sasi sta testando quello di Santa Croce – ha detto Basterebbe – un impianto importante non solo per Lanciano ma soprattutto in merito al fiume Feltrino, che spesso ha causato problemi di inquinamento”. Con l’attivazione del depuratore di Santa Croce, ad avvantaggiarsi saranno la balneazione e le colture agricole. “Il primo dato incoraggiante arriva dai rilievi dell’Arta – ha commentato Basterebbe – che danno il tratto di mare, da Ortona a San Salvo, in alcuni punti eccellente e in molti altri buono, non ci sono punti scarsi”.