La notizia
E’ di San Salvo (Chieti) la carabiniera che, assieme al marito vicebrigadiere, ha riconosciuto e bloccato nella stazione Centrale di Milano Aleksander Mateusz Chomiak, il clochard 24enne polacco ricercato con l’accusa di tentato omicidio, per aver accoltellato alla stazione Termini di Roma una turista israeliana, la sera del 31 dicembre scorso.
Nicoletta Piccoli, appuntato, 37 anni, e Filippo Consoli, 36, sono nell’Arma dal 2010 e si sono sposati nel 2016.
“Ci ha colpito l’estrema somiglianza – raccontano – evidenziata da un contorno dettato dagli indumenti unici: scarpe color rosso fuoco, capellino nero da baseball marchiato Nike”.
È stato questo a suscitare l’attenzione dei due militari la sera del 3 gennaio, nella stazione del capoluogo lombardo.
La coppia stava per rientrare a casa, a Iseo (Brescia), prendendo come d’abitudine il treno delle 17.50 circa per Brescia. “Era seduto tranquillo, con le buste sul sedile accanto. Era disorientato, stanco”, dicono i due militari.
Filippo ha tenuto d’occhio il sospettato, mentre Nicoletta avvisava il capotreno.
Nicoletta è figlia d’arte: a San Salvo suo padre era un agente della polizia municipale. Adesso tutta la cittadina è in fermento, il sindaco Emanuela De Nicolis attende la coppia per consegnarle un riconoscimento pubblico, “A nome di tutta la cittadinanza sansalvese”.
“Nicoletta – sottolinea il sindaco De Nicolis – si è sposata a San Salvo e regolarmente torna a trascorrervi le vacanze”. La città li attende entrambi “per rendere loro gli onori che meritano”.
Nel frattempo migliorano le condizioni della 24enne accoltellata a Termini la sera del 31 dicembre scorso.
Il clochard polacco è in Italia da circa 8 mesi, la madre lo aveva segnalato come persona scomparsa.
Il racconto dell’arresto
Filippo, vicebrigadiere del radio mobile di Milano, che di Iseo è originario, ha riconosciuto in quel ragazzo con il cappellino nero seduto sul treno per Brescia l’uomo di cui aveva dal mattino ricevuto foto e video, con le stesse inconfondibili scarpe rosse, con i tratti somatici “inconfondibili”.
“Quando salgo sul treno mi qualifico sempre al controllore che era presente in quel momento: lui ha visto che eravamo appartenenti alle forze dell’ordine ed è sceso prendendo le sue buste, quindi anche da quello abbiamo capito che era lui”, racconta Nicoletta.
Nella caserma di Montebello, lei lavora in infermeria e lui al radiomobile si occupa della foresteria.
I due militari sapevano che Aleksander poteva essere armato, che era pericoloso. Dopo che è sceso dal treno, Nicoletta è andata ad avvisare la polfer, hanno allertato il radiomobile mentre Filippo ha iniziato a seguirlo. Quando è arrivato all’altezza del binario 12, sapendo che i rinforzi stavano arrivando, ha deciso di fermarlo.
“Quando ci siamo sentiti in sicurezza per noi e per le persone che girano in stazione abbiamo deciso di bloccarlo a terra” perché “non potesse portare avanti abusi – spiega il vicebrigadiere – come quelli di Termini”. “Non ha opposto resistenza – aggiunge – e ha eseguito gli ordini che gli abbiamo dato, cioè di restare a terra. Poi gli ho mostrato le sue foto dal telefono” dicendogli Roma “e lui ha annuito”.