Via Verde o Via Grigia? Salvaguardia o speculazione? È tempo di scegliere quale futuro per la Costa dei Trabocchi.
Nuovo Senso Civico torna sull’emendamento al testo unico del Commercio, presentato durante la scorsa seduta del Consiglio regionale dal presidente della Commissione Bilancio e Affari Generali, Fabrizio Montepara (Lega).
Al Consiglio Regionale di giovedì 8 febbraio, l’emendamento ‘ad personam’ per la Costa dei Trabocchi sarà
riproposto da un esponente della maggioranza, scrive l’associazione.
“Quello che chiediamo è il rispetto della legge, frutto della valutazione dell’interesse comuni. Quello che chiediamo è di guardare al lungo periodo e conservare un patrimonio che è la reale attrattiva”, scrive in una nota alla stampa l’associazione presieduta da Alessandro Lanci.
“Nel rispetto dei principi di libera impresa, del diritto al lavoro e alla possibilità di guadagnare, è fondamentale ricordare che questi beni sono patrimonio di tutti e non dovrebbero essere monopolizzati da una ristretta cerchia di individui”.
“La nostra costa, estremamente fragile, ha già subito gravi danni a causa della speculazione edilizia negli anni. Proseguendo sulla strada della cementificazione, rischieremmo di perdere per sempre questo patrimonio inestimabile”, prosegue la nota di NSC.
“I turisti cercano la Costa dei Trabocchi principalmente per il suo paesaggio naturale unico e per la pista ciclabile, non certo per i chioschi. Se l’ambiente e il paesaggio dovessero degradarsi – scrive Lanci – perderemmo i turisti; i chioschi finirebbero per essere poco più che reliquie di un’epoca industriale passata”.
“Una nazione civile non si dedica a screditare le forze dell’ordine come i Carabinieri, la Capitaneria di Porto o la Procura della Repubblica che hanno il compito di far rispettare la legge, bensì lavora per assicurare che tutti aderiscano alle normative vigenti”.
“È importante anche considerare la presenza di una concorrenza sleale – sottolinea l’Associazione – che mette a rischio l’integrità del nostro sistema economico, penalizzando quegli imprenditori che, nel rispetto delle regole, si precludono opportunità di profitto immediato. Questa situazione – conclude Lanci – minaccia non solo la correttezza nelle pratiche commerciali ma anche l’integrità del nostro patrimonio naturale e culturale”.