“Sul tavolo di discussione – riferisce Manzi – la crisi che ha investito la Cometa di Casoli, che occupa 55 dipendenti, e che nel 2015 ha cominciato ad avere pesanti problemi di liquidità a cui sono seguiti ritardi nel pagamento degli stipendi, oltre tre mesi di mensilità non corrisposte. Alla fine del 2015 – continua Manzi in una nota alla stampa – l’azienda non aveva soldi nemmeno per mandare avanti l’attività. Anche la Honda, in via del tutto eccezionale, è intervenuta per pagare le retribuzioni arretrate pur di proseguire la produzione”.
“A questi sforzi tuttavia – prosegue Manzi – è seguita la richiesta dell’azienda, lo scorso 19 febbraio, del concordato preventivo, una procedura concorsuale, prevista dalla legge fallimentare, grazie alla quale l’imprenditore per evitare il fallimento cerca di trovare un accordo con i creditori. Di qui la protesta dei 55 lavoratori che, ad oggi, non hanno ancora percepito parte dello stipendio di dicembre 2015, tutto gennaio 2016 e fino al 18 febbraio di quest’anno”.
“Lo sciopero a oltranza, con conseguente arresto della produzione, è scattato martedì 29 marzo – annuncia il segretario Uilm – a seguito di una richiesta di incontro all’azienda, disattesa, da parte dei dipendenti che chiedono il pagamento delle mensilità arretrate e di alcune cessioni del quinto, trattenute e non versate, e che lamentano il mancato pagamento del Tfr accantonato al fondo di previdenza complementare Cometa dal 2014. Le richieste degli operai, stremati da una situazione di limbo che dura da mesi, riguardano anche l’apertura della procedura di mobilità da parte dell’azienda”.
“La Cometa – riferisce ancora Manzi – nell’incontro di ieri ha annunciato di presentare, entro domani, un’istanza al giudice per il pagamento delle mensilità arretrate e ha dato disponibilità per l’apertura della procedura di mobilità. I dipendenti, una cui delegazione ieri era presente sotto la sede di Confindustria, hanno annunciato di sospendere lo sciopero solo a seguito di risposte certe da parte della direzione Cometa rispetto alle richieste presentate”.
“Dove non è intervenuta l’azienda – commenta il segretario Uilm-Uil Chieti Pescara, Nicola Manzi – è intervenuta la Uilm che si è posta da tramite con i lavoratori per dare loro risposte chiare e concrete in questi mesi di estrema difficoltà. Queste persone stanno vivendo un dramma sia economico che sociale dal momento che oltre alle mensilità arretrate non corrisposte, c’è anche l’incertezza del loro futuro lavorativo. Seguiamo con la massima attenzione questa vicenda che rappresenta l’ennesima sconfitta per il territorio e per un indotto che, gestito con un vecchio modo di fare industria, non è riuscito a rigenerarsi e a stare sul mercato dopo la crisi di Honda Italia”.
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