Dopo il ballottaggio
“Siamo qui per commentare la sconfitta”, esordisce così Fabrizio Di Stefano il giorno dopo il ballottaggio a Chieti, che lo ha visto soccombere di fronte al candidato del centrosinistra Diego Ferrara.
E subito si toglie il sassolino dalla scarpa: “Ho ricevuto mille telefonate, tra tutte queste – dice – sono mancate quelle di Marsilio e di Febbo”.
Il centrodestra che si è presentato diviso alle amministrative del capoluogo teatino è stata la causa della sconfitta elettorale. Questo il commento dell’ex parlamentare, candidato sindaco della Lega, e del segretario regionale del partito Luigi D’Eramo.
“Quando si è di fronte ad una sconfitta è evidente che qualcosa non ha funzionato – ha detto D’Eramo in conferenza stampa, a Chieti -. Sicuramente le divisioni l’hanno fatta da padrona. Queste elezioni dimostrano ancora una volta che quando il centrodestra si divide, si perde: il centrodestra vince se unito, nel caso specifico posso affermare che il centrodestra non si è diviso, posso affermare che Forza Italia ha deciso di essere fuori dal centro destra e questo è un dato politicamente molto importante”.
La Lega chiede dall’inizio della campagna elettorale la testa di Mauro Febbo, in giunta regionale, reo di aver avversato la candidatura di Di Stefano con la lista Forza Chieti a sostegno del candidato Bruno Di Iorio, e di aver lasciato fuori dalla competizione elettorale il suo partito Forza Italia.
Ma il presidente Marco Marsilio non sembra disposto a cedere, non vuole privarsi di un assessore riconosciuto da tutti come un grande lavoratore.