È iniziata alle 18 la seduta straordinaria che il consiglio comunale ha dedicato alla emergenza idrica, a Lanciano.
Presenti i vertici della Sasi Spa, ente gestore del servizio idrico integrato del Chietino: Gianfranco Basterebbe, presidente, Corrado Varrati, vice presidente, Pio D’Ippolito, direttore Area tecnica, Manuela Carlucci, direttore Area amministrativa.
Né Cassa depositi e prestiti né gli istituti bancari in Abruzzo, e più in generale nel centro sud, finanziano gli Enti gestori del servizio idrico integrato per il rifacimento delle condotte acquedottistiche. Al contrario di quanto accade dalle Marche in su, dove le reti vengono sostituite ogni 30 anni. “Le nostre, di contro, hanno una età media tra 50 e 90 anni”.
Questo il prologo del presidente della Sasi, Basterebbe, invitato a prendere la parola dal presidente del Consiglio comunale, Gemma Sciarretta, ad apertura della seduta straordinaria.
“Per sostituire 4200 km di reti idriche della Sasi, occorrono 500 milioni di Euro“, precisa Basterebbe in aula, rispondendo alla domanda del consigliere comunale Carlo Ciccocioppo dai banchi della maggioranza, circa gli investimenti in corso sulle perdite.
“A maggio non credevamo sarebbe arrivata l’emergenza, è vero”, ribadisce Basterebbe, ricordando che a primavera si parlava soltanto di “crisi idrica”.
“Il problema resta la mancanza di precipitazioni a carattere nevoso, perché – spiega il presidente Sasi – oggi stiamo utilizzando l’acqua dell’ultima neve del 2022”.
“Ad oggi abbiamo il 63 per cento di perdite”, chiarisce il direttore D’Ippolito, secondo dati della Arera.
“La ricerca perdite è iniziata con il satellite”, ricostruisce D’Ippolito, “poi abbiamo proceduto via terra”. Il progetto prevede un finanziamento nazionale di 15 milioni di Euro. Tre ditte stanno procedendo ad eseguite i lavori, nelle varie aree di competenza della Sasi. L’obiettivo è recuperare il 38 per cento delle perdite.
Nel frattempo, la Regione Abruzzo ha messo a disposizione circa 10 milioni di Euro per l’emergenza e la sostituzione delle reti ammalorate. Risorse che serviranno a realizzare 82 km di acquedotto, interessando una decina di contrade del comune di Lanciano e di altri 15 comuni. Tra l’altro, “fino a venerdì scorso Lanciano non era stata inserita dalla Regione tra i Comuni in sofferenza per l’emergenza idrica”, sottolinea D’Ippolito in seduta.
“Purtroppo – aggiunge Basterebbe – dal governo dapprima ci hanno promesso, dietro presentazione di schede progettuali, fondi per i quali siamo in graduatoria, ma effettivamente non sono mai arrivati. Perché forse ci devono realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina, o altro”.
Gli amministratori della Sasi, durante i vari interventi, hanno inoltre sottolineato la lentezza e la farraginosità degli iter ministeriali per l’avanzamento dei progetti finanziati.
La questione serbatoi è stata sollevata, in aula, dal consigliere di maggioranza Giuseppe Luciani, gruppo misto che fa riferimento al vicesindaco Danilo Ranieri e che ha chiesto, nei giorni scorsi, le dimissioni dei vertici Sasi.
Il consigliere Donato Torosantucci, sempre dai banchi della maggioranza, interroga la Sasi sull’adeguamento delle tariffe, “cresciute senza il servizio?”. E inoltre, “qual è il ruolo dell’Ersi?”, “Ci sono addetti ai serbatoi? Me lo chiedo perché spesso gli avvisi di rottura arrivano di lunedì. Avviene il controllo dei serbatoi nel fine settimana, c’è il telecontrollo, c’è il personale?”. Forse, suggerisce Torosantucci, con il telecontrollo, si potrebbe riuscire a gestire meglio le disponibilità della risorsa idrica.
“I metodi tariffari sono stati stabiliti da Arera”, spiega la direttrice Carlucci. “Dal 2003 al 2011 la Sasi ha avuto le tariffe ferme”, aggiunge, “anche a scapito degli investimenti”.
Quindi dal 2011 sono iniziati gli aumenti tariffari, sempre nel rispetto di vincoli dell’equilibrio economico a sostenibilità ambientale e altri fattori. La tariffa dunque viene approvata da Ersi, ente regolatore regionale, e da Arera, autorità nazionale. Ad oggi la tariffa media è di circa 2 euro, per la Sasi, mentre nel centro nord Italia la tariffa è di 3/4 Euro da circa vent’anni, “ecco perché gli investimenti sono diversi”.
Sul fronte della comunicazione e l’uso razionale dell’acqua, la direttrice Carlucci replica alla consigliera comunale Paola Memmo, dai banchi della maggioranza, illustrando le campagne di sensibilizzazione in corso da alcuni anni nelle scuole e in radio.
“Il sistema di telecontrollo è sul serbatoio principale”, risponde il direttore D’Ippolito al consigliere Torosantucci, mentre sui territori ci sono gli addetti ai serbatoi.
“Sulla costa, aggiunge D’Ippolito, si chiude più tardi rispetto a Lanciano per agevolare la presenza dei turisti”, rispondendo a una delle domande della consigliera Memmo.
“Grazie ad un recente emendamento in consiglio regionale, in previsione di realizzare il potabilizzatore, è stato reso possibile utilizzare per uso potabile l’acqua del lago di Casoli”, ha precisato inoltre D’Ippolito, rispondendo ancora alla Memmo.
“Sì, abbiamo preso premialità, 11 milioni di Euro – replica Basterebbe a Memmo, sottolineando “la capacità progettuale di questo ente”.
“Nel 2016 ho trovato una società disastrata – replica ancora Basterebbe – con la metà del personale ancora interinale da 6 anni e più”.
“Se qualcuno è più bravo di me – aggiunge – me ne vado da domani. E ricordo che nel 2016 i sindaci mi pregarono di tornare ad occuparmi della Sasi”.
Il consigliere comunale Gianluca D’Intino, dalla maggioranza, chiede “con le risorse e finanziamenti a disposizione della Sasi, come migliorerà la situazione?”.
Dalla minoranza interviene la consigliera Rita Aruffo, che pone domande circa la strategia della Sasi per rispondere alla richiesta di acqua dalla cittadinanza. “Avevamo proposto un emendamento al Dup sulla Sasi, ma lo avete rigettato”, dice Aruffo.
Poco prima delle 22, l’assessore al Commercio Maria Ida Troilo chiede alla Sasi se è previsto del ristoro per le attività di ristorazione che sono rimaste senza acqua durante l’estate, “con le sale piene” di avventori.
“L’interlocuzione con la Sasi è quotidiana”, interviene il sindaco Filippo Paolini, ricordando all’assemblea che partecipa alla Sasi già dal suo primo mandato a inizio anni 2000.
“Nel 2022″, prosegue Paolini, nasce in Regione Abruzzo la commissione di inchiesta sul sistema idrico regionale, presieduto allora da Sara Marcozzi”.
Tra i compiti della commissione, c’era anche quello di “accertare le cause che condannano la nostra Regione ad essere la peggiore in Italia per dispersione idrica”. Nella relazione conclusiva di marzo 2023, “sono state poste tutte le domande che abbiamo sentito in consiglio stasera”, sottolinea il sindaco.
All’unanimità la commissione ha stabilito che l’Abruzzo ha bisogno di: maggiore interconnessione tra i vari enti gestori presenti sul territorio; diversificare le fonti di approvvigionamento; efficientare i sistemi di reti esistenti; industrializzare il servizio e razionalizzare la governance, sono i presupposti necessari per rispondere alle sfide del futuro.
“Quindi – dice Paolini – una unica gestione, in grado di perseguire economie di scala e garantire identici servizi a tutti i cittadini abruzzesi”.
“Sono convinto che questa sia la soluzione – conclude il sindaco – è necessaria una professionalizzazione nel settore del sistema idrico, come si sta facendo con la gestione dei rifiuti, in quanto ci saranno quattro ambiti provinciali. E il presidente Marsilio lo sta facendo”.
“Nel 2027 siamo tutti in scadenza, tranne il Ruzzo. Ed entro 18 mesi dalla scadenza bisogna decidere cosa fare e preparare la gara”, ricorda Basterebbe.
“Credo che stiamo per perdere il treno”, dice ancora il presidente Sasi. “Forse si sta preparando un disegno per arrivare a cedere ai privati più forti”.
“Prima di tutto, però, bisogna riportare in Sasi i 13 comuni del Chietino ora serviti dall’Aca di Pescara”.
“Da anni tutti pensano che Acea si impadronirà di tutto questo nostro patrimonio. Nel 2027, vedremo”.
“Lanciano oggi ha 100 litri per il centro e 30 per le contrade. Per 4 litri al secondo da prelevare per aiutare tre comuni nell’Alto Sangro, ci hanno sequestrato il cantiere, ma poi il gip lo ha dissequestrato”.
Tutto questo, spiega Basterebbe, “per dire che è sempre una guerra per fare qualunque scelta”.
“Quindi la situazione che abbiamo a Lanciano non è la peggiore, anzi – dice Basterebbe – oggi a Vasto chiudiamo alle 15”.
“Ma smettetela di dire che non vogliamo dare acqua alla gente. È il nostro mestiere!”.
“Si è fatto – aggiunge – un uso non corretto dell’acqua potabile, innaffiando i giardini, riempiendo le piscine di casa, lavando le auto”, dice inoltre Basterebbe.