Una passione coltivata sin da piccola, per la disciplina e la divisa, ed il sogno che si avvera ad appena 15 anni.
Chiara Lanci è la prima ragazza di Lanciano (Chieti) ad entrare nella prestigiosa scuola militare della Teulié, a Milano.
“Il 25 novembre scorso si è svolta la cerimonia della consegna dello spadino, battesimo del Corso Fumi III”, racconta ancora emozionato il papà Angelo Lanci, al Tgmax.
Terminato il biennio al liceo scientifico “Galilei” di Lanciano, Chiara si è preparata per il test di ammissione alla scuola fondata da Napoelone Bonaparte, nel 1802. E il 6 settembre scorso lo ha superato brillantemente, classificandosi tredicesima sugli 80 ammessi, tra 1600 partecipanti, al concorso pubblico che si è svolto a Foligno (Perugia), nel centro reclutamento dell’Esercito italiano.
Orgoglioso il papà, per questo “risultato eccezionale”, dice ancora al Tgmax, “mia figlia ha fatto tutto da sola”.
Ma adesso comincia il periodo più difficile, lontano da casa e dagli affetti più cari, “Chiara ora dovrà portare a termine questo importante percorso formativo”, che alla Teulié di Milano ha visto precedenti illustri, come Ugo Foscolo, Silvio Pellico e il generale Cadorna.
L’Istituto si configura oggi come “college” statale d’élite, nel quale sono attivati i trienni del Liceo Classico e del Liceo Scientifico. Alle attività scolastiche ordinarie si affiancano corsi pomeridiani supplementari di Lingua Inglese, Francese e Spagnola, corsi di Informatica, di Primo Soccorso, di Topografia e di Orientamento. Un corso interno ed il successivo esame, tenuto da organi militari, consente il conseguimento della patente per la guida delle autovetture all’età di 17 anni.
“Dovrà rinunciare a tutti i vizi dell’adolescenza”, dice il genitore, “ma ne è consapevole” e la sua famiglia l’ha supportata nella sua scelta.
Le giornate alla Teulié sono più che intense: la sveglia è alle 6.30, il resto della giornata è un turbinio di attività, dalle lezioni scolastiche a quelle sportive come l’equitazione, nuoto scherma, atletica leggera, oltre alle estenuanti marce. Sono molto ridotte le possibilità di comunicare all’esterno, solo due ore il sabato e due ore la domenica pomeriggio (se non ci sono punizioni), e solo la sera dopo cena per pochissimi minuti si può telefonare ai familiari. E alle 22:15, con l’ammaina bandiera, tutti a letto.
“La lontananza è tanta”, dice Chiara alla sua famiglia, “ma stare qui mi piace tantissimo”, ribadendo tutto il suo impegno e coraggio.