L’artista dice di aver voluto fare una provocazione, la città digitale apre un dibatto sui social e si scatena l’ignoranza, soprattutto di chi non conosce fatti e date.
Ma andiamo con ordine. A mezzanotte di lunedì 24 aprile Nicola Antonelli, scultore di Lanciano, si arrampica con una scala sul teatro comunale Fenaroli e con un telo bianco, con la scritta “Art”, copre il fascio littorio posto tra le due date che ricordano: la prima l’anno di fondazione del teatro (1842), la seconda l’anno di un primo restauro avvenuto in epoca fascista (1939) segnatamente il XVII anno del Ventennio.
Un 25 aprile davvero insolito per la città medaglia d’oro al valor militare, che ha fatto passare in secondo piano anche la celebrazione ufficiale della ricorrenza della Liberazione in largo dell’Appello, con la scultura intitolata a Trentino la Barba e realizzata dallo stesso Antonelli un anno fa. Chi ha gridato alla censura per aver coperto un riferimento storico autentico, cioè il fascio, chi ha invece esultato per il gesto dell’artista.
A riportare i fatti nell’alveo della storia è Domenico Maria Del Bello: il fascio littorio venne posato una prima volta negli anni Trenta poi rimosso con la Liberazione e una seconda volta nel 1997 dall’amministrazione Fosco. Insomma: nessuna verità storica.