La cerimonia in largo San Giovanni

“E’ bello vedere tanti giovani che partecipano e che vogliono sapere che cosa successe all’epoca”: così l’artista tedesco Gunter Demnig, a Lanciano (Chieti), commenta l’iniziativa organizzata dal Liceo scientifico “G.Galilei” nell’ambito del ricco programma di appuntamenti per celebrare il cinquantesimo anniversario con “Le Pietre di inciampo e la famiglia Grauer”, inserita nelle manifestazioni per il Giorno della Memoria.

L’iniziativa si è svolta in ricordo della Famiglia Grauer, arrestata a Lanciano e deportata ad Auschwitz. Nel 1943, Samuel Grauer con la moglie Rosa, il primogenito Marco, 3 anni, e Tito, di appena un anno, furono arrestati dando inizio al calvario con la detenzione dapprima a Chieti, poi a L’Aquila, Firenze e Milano. Il 30 gennaio 1944 tutti e quattro furono messi su un convoglio ferroviario e il 6 febbraio giunsero ad Auschwitz.

Le Pietre di inciampo sono state inserite nella pavimentazione di largo San Giovanni, considerato la porta di ingresso al Ghetto nel quartiere storico di Lancianovecchia.
Durante la posa in opera dei sampietrini, che portano incisi i nomi di papà Samuel Grauer, della mamma Rosa e dei piccoli Marco e Tito, i ragazzi dello Scientifico hanno raccontato la storia e il significato delle Pietre di inciampo, con vari intermezzi musicali eseguiti dalle chitarre di Pietro Bonanni, Alessandro Muscente e Davide Marcaccini e dal violino di Angelo Ciavarelli.
Le Pietre d’inciampo, in tedesco Stolpersteine, nascono da un’idea di Demnig: depositare nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. In diversi paesi, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, l’artista tedesco ha inserito piccoli blocchi in pietra ricoperti da piastre in ottone.
“Il Liceo scientifico di Lanciano è la prima scuola in Abruzzo a realizzare questo progetto di ricordo e memoria di una delle pagine più tristi della nostra storia – sottolinea il dirigente scolastico Eliana De Berardinis –. Un’altra testimonianza di sensibilità, dopo quella dell’intitolazione dei corridoi della scuola ai Martiri lancianesi”.